Economia e mercati

IL MERCATO USA DEI FORMAGGI, QUALI PROSPETTIVE?

IL MERCATO USA DEI FORMAGGI, QUALI PROSPETTIVE?

Cresce la domanda di qualità del consumatore americano: uno scenario favorevole soprattutto per i formaggi italiani a pasta dura nel mercato U.S.A.

Sebbene la grande maggioranza del formaggio venduto e consumato negli Stati Uniti è di produzione nazionale, i formaggi importati sono sempre più popolari tra gli acquirenti americani.

Negli ultimi due anni (2015 e 2016) si segnala un significativo aumento delle importazioni di formaggi dall'Europa sostenute dal dollaro forte e dai prezzi bassi del latte estero. Queste dinamiche sono, di fatto, confermate, anche dalla più alta crescita dei volumi di vendita, pari al +5% nel 2016 rispetto all'anno precedente, della categoria dei formaggi confezionati a pasta dura. Di contro, nel 2016, i formaggi lavorati hanno registrato un calo del 4% sia in termini di valore sia in termini di volumi. Molti consumatori americani associano sempre più il formaggio trasformato ai conservanti e, di conseguenza, ne riducono il consumo.

Nel complesso, dal 2011 al 2016, il valore delle vendite retail dei formaggi è cresciuto da 20.388 milioni di dollari a 22.922 milioni di dollari (+12,4%).

Il trend di crescita registrato nell'ultimo quinquennio dovrebbe essere confermato anche nelle previsioni di medio periodo (2016/2021). Alla fine del prossimo quinquennio (2021), infatti, il valore delle vendite a prezzi costanti del 2016 dovrebbe raggiungere quota 25,8 miliardi di dollari. Le vendite di volume del formaggio dovrebbero aumentare in media dell'1% annuo. I rivenditori e i produttori di formaggi dovrebbero continuare ad educare i consumatori sui formaggi di qualità.

Le vendite di formaggio dovrebbero, quindi, trarre beneficio dalla domanda dei consumatori per i formaggi artigianali e di categoria premium. La crescita nel periodo previsionale sarà determinata, prevalentemente, dai formaggi non trasformati, in quanto gli americani saranno sempre più interessati alla qualità degli ingredienti e ai metodi di produzione. Tra le varietà attese in crescita si segnala l'Emmenthal e il formaggio di latte di pecora.

Nel complesso, i formaggi lavorati registreranno un aumento del valore delle vendite che, nel medio periodo (2016-2021), dovrebbe attestarsi attorno al +4,2%. In particolare tra gli spalmabili è attesa la crescita più sostenuta, +12,2%. Mentre gli altri formaggi lavorati registreranno una riduzione del valore delle vendite prossima al -3%. Nello stesso periodo, tra i formaggi non lavorati, invece, è attesa, per quelli a pasta dura, una crescita pari al +15,5% e per quelli a pasta molle un incremento del valore delle vendite pari al +14,3%.

La distribuzione moderna, con i supermercati in testa, detiene la maggioranza assoluta, quasi l'89%, del valore delle vendite di formaggio. Tuttavia, la quota di mercato è rimasta pressoché invariata negli ultimi cinque anni.

Con riferimento alle imprese, in termini di quota di mercato sul valore delle vendite 2016, il primato spetta al gruppo Kraft Heinz, con il 27% del mercato dei formaggi degli Stati Uniti (seguono, molto distanziati, il gruppo Sargento Foods con il 5,9% e Walmart - private label - con il 3,8%). Le vendite del gruppo Kraft Heinz sono, comunque, diminuite nel 2016 rispetto all'anno precedente. Questo trova riflesso nello spostamento dei consumatori verso marchi legati ad imprese considerate più artigianali.

Il quadro dei consumi si presenta sempre più eterogeneo. Molti consumatori americani, in particolare quelli che vivono nella Upper Midwest, Nord-Est e West Coast, sono inclini ad acquistare formaggi di produttori locali (dello Stato/Contea). E, sempre più spazio è dedicato dalla distribuzione moderna alla categoria dei "formaggi premium", che oltre agli artigianali locali annovera anche la categoria degli importati e quella dei biologici. Tuttavia, anche se molti produttori di formaggio evocano l'Italia nei loro nomi e nelle strategie di marketing, non ci sono ancora aziende italiane tra le prime venti nel mercato statunitense dei formaggi.

Lo scenario atteso resta incerto rispetto alle politiche di brand.

In particolare, il private label gioca un ruolo di primo piano, considerato che, seppure in misura contenuta negli ultimi cinque anni, ha aumentato, fino al 33% nel 2016, la propria quota nel mercato nei formaggi.

L'analisi è tratta dalla collana "Export & Mercati", una serie di pubblicazioni realizzate a cadenza mensile dall'Ufficio Studi e Ricerche di Fondosviluppo per l'Ufficio per le Politiche di Internazionalizzazione e Mercati di Confcooperative e scaricabili dal sito www.internazionalizzazione.confcooperative.it. Le cooperative associate potranno richiedere gratuitamente uno o più report personalizzati per Prodotti/Paese, inviando la propria richiesta all'indirizzo

internationaloffice@confcooperative.it.

Sempre sul sito di Confcooperative dedicato all'internazionalizzazione, le cooperative potranno trovare tutta una serie di altri servizi, strumenti ed iniziative promosse dalla Confederazione e che si ritiene possano essere di supporto nei diversi processi di internazionalizzazione.

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