Innovazione

OPEN INNOVATION come cambia il modo di fare impresa

OPEN INNOVATION come cambia il modo di fare impresa

"Il concetto di Open Innovation è nominato per la prima volta dal Prof. Henry Chesbrough nel 2003 con la pubblicazione Open Innovation: The New Imperative for Creating and Profiting from Technology (HBS Press, 2003). Secondo l’autore “l’open innovation è l’utilizzo di appropriati flussi di conoscenza dall’interno verso l’esterno, e viceversa, per accelerare l’innovazione interna ed espandere il mercato attraverso l’uso esterno di innovazione sviluppata dentro l’azienda”. Pertanto è un paradigma il cui concetto chiave è che le aziende possano e debbano usare idee provenienti dall’ambiente esterno tanto quanto le idee interne, sviluppando i relativi percorsi di mercato, al fine di innovare le proprie tecnologie, strategie e organizzazioni. "

UN CASO APPLICATIVO

Digital Innovation Hubs: sistemi di open innovation per promuovere la digitalizzazione dell’agricoltura

E’ stato recentemente pubblicato il report finale del gruppo di lavoro del PEI-AGRI sull’ “Hub di innovazione digitale per l’agricoltura” che ha visto la partecipazione di oltre 150 delegati provenienti da 24 Stati membri dell’UE.

Il partenariato europeo di innovazione per la produttività e la sostenibilità agricola (PEI-AGRI) è stato avviato nel 2012 per contribuire alla strategia dell’Unione europea “Europa 2020” per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Questa strategia definisce il rafforzamento della ricerca e dell’innovazione come uno dei suoi cinque obiettivi principali e sostiene un nuovo approccio interattivo all’innovazione: i partenariati europei per l’innovazione.

In questa logica nasce il PEI-AGRI  con un focus specifico sull’agricoltura.

Il PEI-AGRI ha rivolto una particolare attenzione al tema della digitalizzazione dell’agricoltura. Oggi, il ritmo di sviluppo dell’innovazione tecnologica procede più velocemente che mai e occorre garantire che anche il settore agricolo possa trarre pieno vantaggio dalla “rivoluzione digitale”. Le imprese agricole e gli sviluppatori di ICT (Information and Communication Technologies) si devono impegnare a capire su quali tecnologie investire, quando investire e in che misura. Una modalità per favorire questo passaggio è basato sullo sviluppo dei così detti DIH (Digital Innovation Hubs), che possono aiutare sia le imprese agricole che le aziende ICT a diventare più competitivi grazie alla tecnologia digitale. I DIH consentono a qualsiasi azienda di accedere alle più recenti conoscenze, competenze e tecnologie per testare e sperimentare innovazioni digitali. Forniscono collegamenti con gli investitori, facilitano l’accesso ai finanziamenti e aiutano i fornitori e gli utenti delle tecnologie digitali in agricoltura in tutta la catena del valore. Si tratta cioè delle piattaforme di open innovation focalizzate sulla digitalizzazione in agricoltura.

La “trasformazione digitale” è un pilastro fondamentale per lo sviluppo rurale e la competitività delle imprese. Ad esempio, l’adozione di moderne tecnologie agricole, incluse quelle basate su robot, Internet of Things (IoT) e Big Data, ha un grande potenziale per portare a una produzione alimentare più produttiva, sostenibile e responsabile dell’ambiente. I sistemi di allevamento intelligenti possono aiutare gli agricoltori a migliorare il processo decisionale e sviluppare operazioni e gestione più efficienti. Questo è stato riconosciuto dalla dichiarazione di Cork 2.0 “Una vita migliore nelle zone rurali” che sviluppa orientamenti politici per una politica rurale e agricola innovativa, integrata e inclusiva. La dichiarazione di Cork 2.0 sottolinea la necessità di investimenti per superare il divario digitale e sviluppare le potenzialità offerte dalla connettività e dalla digitalizzazione delle aree rurali. Inoltre evidenzia l’importanza di promuovere la ricerca e l’innovazione per garantire che le imprese rurali, compresi gli agricoltori, abbiano accesso a tecnologie appropriate, connettività all’avanguardia e nuovi strumenti di gestione per fornire vantaggi economici, sociali e ambientali.

Inoltre, il 6 maggio 2015, la Commissione europea (CE) ha adottato una strategia ambiziosa per completare il mercato unico digitale (DSM). La strategia DSM riguarda la competitività dell’Europa in tutti i settori, compreso il settore agroalimentare. Nell’ambito di questa strategia, il 19 aprile 2016 la Commissione ha lanciato la comunicazione “Digitalizzazione dell’industria europea” (COM (2016) 180). L’obiettivo generale della comunicazione è quello di garantire che “qualsiasi industria in Europa, grande o piccola, ovunque si trova e in qualsiasi settore possa trarre profitto dalle innovazioni digitali per migliorare i propri prodotti, migliorare i propri processi e adattare i propri modelli di business al cambiamento digitale” . Ciò richiede la piena integrazione delle innovazioni digitali in tutti i settori dell’economia, inclusi i settori agricolo e alimentare.

I sistemi di open innovation, inclusi i DIHs, sono intesi a favorire le connessioni “molti-a-molti” tra centri di competenza, settore agricolo e fornitori specialistici, esperti di tecnologia e investitori e facilitare l’accesso a mercati a livello dell’UE.

Un sistema di Innovation Hub o di Open Innovation si riferisce ad un “ecosistema” attraverso il quale ogni azienda può accedere alle più recenti conoscenze, competenze e tecnologie per testare e sperimentare innovazioni per i suoi prodotti, processi o modelli di business. Nel caso delle innovazioni digitali, l’hub dovrebbe inoltre fornire collegamenti con gli investitori, facilitare l’accesso al finanziamento delle trasformazioni digitali delle imprese e contribuire a collegare utenti e fornitori di innovazioni digitali attraverso la catena del valore.

Per garantire il massimo impatto e adozione di innovazioni nel settore agricolo è importante portare gli utenti finali (comunità agricole) all’interno del processo di innovazione, collegandoli, con le loro conoscenze e con le necessità con gli altri partner lungo la catena dell’innovazione e garantendo che le tecnologie e le innovazioni siano adattati alle loro specifiche esigenze.

Per far ciò risulta fondamentale coinvolgere i servizi di consulenza che operano tra utenti finali e ricercatori / sviluppatori al fine di contribuire allo sviluppo delle tecnologie con le esigenze della comunità agricola. D’altra parte, questi “intermediari” possono svolgere un ruolo fondamentale per facilitare l’assorbimento delle tecnologie digitali da parte degli agricoltori e contribuire così a promuovere un flusso di conoscenze bidirezionale.

Le principali conclusioni emerse possono essere riassunte nei seguenti punti:

  • I DIH in agricoltura sono ancora in fase precoce sai in termini di concezione che di sviluppo.
  • Il principio più diffuso per un DIH in agricoltura è la collaborazione (e la creazione di reti) tra una diversità di attori sia a livello orizzontale (innovativo ecosistema) che verticale (catena agroalimentare).
  • Ci sono diversi strumenti e attori che devono essere collegati, ma una DIH ideale dovrebbe essere orientata ai problemi e necessità degli attori della produzione primaria.
  • I connettori, come i consulenti e gli intermediari dell’innovazione, svolgono un ruolo chiave per riunire le persone e facilitare l’adozione e lo sviluppo di innovazioni.
  • La digitalizzazione dovrebbe essere considerata come un mezzo e non come un obiettivo in sé.
  • I delegati hanno convenuto sulla necessità di definire un buon modello organizzativo, così come l’importanza della cooperazione transnazionale tra regioni / paesi.

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