A ridurre la dipendenza dall'estero, per la campagna 2019-2020, la buona disponibilità di foraggio grezzo. Lo rivela Bruxelles nel bilancio proteico annuale
Cresce il grado di autosufficienza proteica negli allevamenti europei: nella campagna 2019/2020 il 78% dei mangimi utilizzati è di origine comunitaria, contro il 77% del passato. Lo rileva Bruxelles nel consueto bilancio proteico annuale. I conteggi, comprensivi del dato Uk, indicano un consumo totale nell'Ue di 84 milioni di tonnellate in equivalente proteine grezze, di cui 66 milioni made in Eu. A ridurre il grado di dipendenza dall'estero – scrivono gli esperti comunitari - è stata la maggiore disponibilità di foraggio grezzo, seppure in un'annata che non è apparsa in grado, per l'intera gamma dei prodotti proteici, di esprimere appieno il potenziale continentale, a causa di una minore disponibilità di colza.
Dall'ultimo bilancio redatto dagli uffici statistici di Bruxelles emerge che il 45% delle proteine proviene dal foraggio grezzo (principalmente pascoli e insilato di mais), di cui l'Ue è totalmente autosufficiente. Un altro quarto (il 25% di quota) è attribuito alle farine a base di semi oleosi, con la soia che fa la parte del leone. Da rilevare che in questo caso emergono percentuali di autosufficienza di appena il 3% per le farine di soia, ma di un ben più robusto 72% per quelle di colza e del 52% per le farine ottenute dai semi di girasole.
La quota "crop" del bilancio proteico, quella cioè attribuita alle coltivazioni, principalmente ai cereali, si attesta al 22% e per la quasi totalità (il 90%) è riconducibile a prodotti di origine comunitaria. Il bilancio si completa con il 6% dei co-prodotti (polpe, melasse, derivati dell'industria dell'amido e distillati secchi di cereali solubili), che per il 94% sono di produzione comunitaria, e con il 3% circa residuo (con analogo tasso di autosufficienza dell'Ue) di farine di origine animale e di latte in polvere scremato.
Quest'anno la Commissione europea - che con il monitoraggio della produzione di mangimi punta a ridurre la dipendenza dalle importazioni di proteine vegetali dai Paesi terzi - ha anche elaborato, per la prima volta durante il primo semestre della campagna in corso, il bilancio 2020/21, considerando l'Ue a 27 Stati membri. Al netto degli impieghi del Regno Unito, si prevede che l'utilizzo totale di mangimi ammonterà a 73 milioni di tonnellate di proteine grezze, di cui il 76% di origine Ue. Il grado di autosufficienza risulta, a livello dei Ventisette, inferiore di circa 2 punti percentuali, con la quota dei foraggi che dal 45% scende al 42%, mentre sale al 26% quella delle farine a base di oleaginose.
Il riepilogo delle voci considerate nel Feed protein balance sheet attesta al 96% il tasso di autosufficienza Ue di prodotti a basso contenuto proteico e al 25% quello degli high-pro. Per le categorie di foraggi medium (con 15-30% di contenuto proteico) il grado di autonomia sale all'88%.
Da rilevare che, nelle proiezioni della Commissione europea, le importazioni Ue di soia relative all'annata 2020/21 si porteranno a 15,5 milioni di tonnellate, da 14,7 milioni della precedente campagna, sperimentando una crescita di oltre il 5%.
La produzione interna di semi di soia avrebbe accusato quest'anno una contrazione del 7,5%, a 2,5 milioni di tonnellate, per effetto di un calo di resa controbilanciato solo parzialmente da un incremento delle superfici investite (941mila ettari).
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