Secondo l'ultimo aggiornamento pubblicato dall'USDA (U.S. Department of Agriculture) a maggio 2024, rispetto al mese precedente si prevede una crescita del commercio globale di semi oleosi e un rallentamento degli scambi di mais e frumento.
Di seguito i dettagli delle principali commodities.
Frumento
La produzione mondiale di frumento è prevista in crescita, per un valore di 798,2 milioni di tonnellate, in aumento di 10,5 milioni in confronto all’anno scorso. In particolare, crescono le produzioni in Cina e India, grazie al supporto delle politiche governative, mentre l’aumento delle superfici coltivate provoca un aumento produttivo in Pakistan. In crescita anche le produzioni in Canada, Stati Uniti e Kazakhstan; positive anche le previsioni per l’emisfero meridionale, soprattutto per Argentina, Brasile e Australia. Al contrario, previsioni in calo per i raccolti in Unione Europea, nella regione del Mar Nero (Russia e Ucraina) e in Iran. Il commercio globale, nel complesso, è previsto in calo, raggiungendo il livello minimo dal 2021/22, nel quadro di una forte competizione tra Russia, Unione Europea e Ucraina. Nel dettaglio, si prevede che per il quinto anno consecutivo la Russia mantenga il primato come principale esportatore mondiale di frumento, nonostante un calo di 1,5 milioni di tonnellate di prodotto rispetto allo scorso anno; in particolare, le previsioni indicano che la Russia rafforzerà la propria posizione nei mercati di Nord Africa e Medio Oriente, a scapito di Unione Europea, le cui esportazioni sono previste in calo di 1,0 milione di tonnellate su base annua, soprattutto a causa della Francia, e dell’Ucraina, che vede una riduzione di 3,5 milioni di tonnellate rispetto all’anno scorso. In calo di 2,5 milioni di tonnellate anche le esportazioni dall’Australia, a causa soprattutto della competizione di Canada, Stati Uniti e Argentina – per i quali si prevede un aumento complessivo dei volumi esportati – nei mercati asiatici. Per quanto riguarda le farine di frumento, Turchia e Kazakhstan si confermano come i principali esportatori anche per il 2024/25.
Nonostante i volumi ridotti, in crescita le importazioni in Nord Africa, per il Marocco e soprattutto per l’Egitto che, per il 2024/25, si conferma il principale importatore mondiale di frumento. Crescono gli import anche per Turchia, Bangladesh, Messico e Brasile, mentre si prevede un calo per i paesi del Sudest asiatico (Indonesia e Filippine in particolare) e dell’Unione Europea, dove la riduzione di 2,5 milioni di tonnellate su base annua è dovuta principalmente alla ridotta disponibilità di prodotto dall’Ucraina, il principale fornitore della regione.
I consumi globali sono previsti a un valore di 802,4 milioni di tonnellate, 2,0 milioni in più rispetto allo scorso anno, guidati soprattutto dai settori alimentare, industriale e delle sementi di India, Pakistan e Cina, mentre cala, in generale, l’utilizzo della mangimistica. Le scorte globali di frumento sono previste in calo per il quinto anno consecutivo, segnando il livello minimo dal 2015/16; in particolare, si prevede un declino per le scorte finali russe e dell’Unione Europea, mentre si osserva una crescita del dato indiano a seguito del minimo registrato negli ultimi 16 anni.
Rispetto a marzo, si osserva un aumento delle quote dei principali esportatori globali., a causa di una generale riduzione del prodotto esportabile. In particolare, l’aumento maggiore è previsto per le quote argentine (+27 US$/ton).
Mais
Per maggio 2024 si prevede un calo nella produzione globale di mais, che comunque si attesta sul secondo livello più alto mai registrato, per un volume complessivo di 1,22 miliardi di tonnellate. In particolare, si prevede un calo della produzione degli Stati Uniti dopo il record del 2023/24, a causa di una riduzione delle superfici, oltre che di Argentina, Ucraina e dei paesi dell’Africa Sub-Sahariana, dove si avvertono gli effetti della siccità. In crescita invece la produzione in Brasile. In calo anche il commercio globale, per effetto di riduzioni nei volumi di esportazione da parte di Ucraina, Russia, India, Paraguay, non compensate da aumenti previsti per Argentina, Stati Uniti, Sudafrica e Serbia, mentre rimane stabile l’export dal Brasile. In particolare, per l’Ucraina si prevede una riduzione dei volumi di mais esportati per 2 milioni di tonnellate rispetto all’anno scorso, a causa di cali produttivi dati dalla contrazione delle superfici coltivate e delle rese. In crescita di 1 milione di tonnellate le esportazioni di mais sia per Argentina e Stati Uniti, con la prima che vede le produzioni in ripresa dopo la siccità del 2022/23 e i secondi che competono sul mercato cinese con Brasile e Ucraina. Sul fronte delle importazioni, si osserva un leggero calo rispetto all’anno precedente, guidato soprattutto dai ridotti volumi importati dall’Unione Europea, 3 milioni di tonnellate in meno rispetto alla scorsa stagione per un totale di 18 milioni di tonnellate, per effetto di un aumento delle produzioni interne e dell’offerta di altri cereali destinati all’alimentazione del bestiame. In crescita invece le importazioni di mais da parte dei paesi del Nord Africa e Medio Oriente, del Sudest asiatico e del Messico, mentre si mantengono stabili gli acquisti di Cina e Giappone.
Per quanto riguarda il consumo, le crescenti richieste da parte dell’industria mangimistica per la produzione di alimenti per il bestiame trainano l’aumento della domanda globale di mais; in calo invece il consumo non-feed. Stabili le scorte finali, con cali in Ucraina e India che compensano i livelli in aumento in Argentina, Stati Uniti e Cina.
Rispetto al mese precedente, in crescita i prezzi all’esportazione dei principali esportatori mondiali. Si registra un aumento di 14US$/ton per il mais argentino, a causa della contrazione delle produzioni, e di 16US$/ton per il mais brasiliano. In crescita anche i prezzi del prodotto statunitense (+11US$/ton) e di quello ucraino, che vede un aumento di 10US$/ton. Ancora negative le variazioni tendenziali.

Semi oleosi
Per quanto riguarda il comparto dei semi oleosi, le prospettive indicano un aumento generale delle produzioni, per una quantità record prevista di 687 milioni di tonnellate totali, +4% su base annua. In crescita anche i consumi e il commercio globale. Di seguito le prospettive per le principali commodity.
Le prospettive relative alla soia un aumento delle produzioni del +6% rispetto allo scorso anno, per cui si prevede un volume prodotto pari a 422 milioni di tonnellate, dovuto soprattutto all’espansione delle superfici produttive in Brasile e negli Stati Uniti. Per i commerci, si prevede una crescita delle importazioni da parte di Cina, Pakistan, Egitto e Bangladesh, mentre si prospetta un calo da parte dell’Argentina, a causa della ripresa delle produzioni. Stabile l’import dell’Unione Europea, dove la domanda del settore mangimistico è soddisfatta soprattutto dalle importazioni di farine di soia, colza e girasole. Scorte in crescita di quasi 17 milioni di tonnellate, soprattutto nei principali paesi esportatori, ovvero Brasile, Stati Uniti e Argentina; si prevede che l’aumento delle scorte, da parte soprattutto degli esportatori, porterà a una riduzione dei prezzi di mercato all’esportazione. Si prevede una crescita del consumo di farine di soia, con un +4% su base annua, soprattutto da parte della Cina. Esportazioni in crescita del +5%. Infine, cresce la produzione mondiale di olio di soia, del +5% rispetto all’anno precedente. In crescita le esportazioni da Argentina e Unione Europea, a supporto dell’import indiano e dei paesi del Medio Oriente e Nord Africa.
Invariata la produzione mondiale di colza per il 2024/25, prevista intorno alle 88 milioni di tonnellate, che vede un calo del raccolto di Unione Europea, Ucraina e India, a fronte di aumenti in Canada – che torna così il principale produttore mondiale – Australia, Cina e Bangladesh. Esportazioni in leggera crescita grazie a una maggiore produzione in Australia e del Canada, soprattutto verso l’Unione Europea dove è previsto un raccolto inferiore rispetto allo scorso anno. Sostanzialmente invariata la produzione che il commercio globale di olio di semi di colza, con l’output canadese in grado di compensare il calo ucraino. Il commercio è invece previsto in calo con l’aumento delle importazioni USA che non compensa il calo dell’import cinese. In crescita i consumi grazie a un aumento dell’impiego da parte del settore industriale statunitense.
Per quanto riguarda i semi di girasole, la produzione globale è prevista in crescita del +1% su base annua, grazie ad aumenti di Turchia e Ucraina che compensano i cali previsti in Russia e Argentina. In attesa un declino delle scorte, in particolare di quelle russe, così come le importazioni globali, a causa di una riduzione di quelle dell’Unione Europea in conseguenza a un forte aumento della produzione interna. Si prevede una riduzione anche del consumo di olio di semi di girasole, a causa di riduzioni che riguardano Unione Europea e India. In calo anche le scorte, con riduzioni in India e Russia che superano l’aumento in Unione Europea.
In riferimento all’olio di palma, le previsioni per il 2024/25 indicano un miglioramento delle produzioni grazie al miglioramento delle condizioni meteo in Indonesia. Le scorte sono previste in calo per via di un utilizzo in crescita in India e nel settore industriale di Malaysia e Indonesia. In crescita, secondo le prospettive, anche il commercio globale, grazie ad aumenti che riguardano soprattutto le esportazioni della Malaysia, a fronte di un calo dell’export indonesiano, causato da una maggiore domanda interna del settore del biodiesel.
In generale rialzo i prezzi all’esportazione della soia per i principali esportatori mondiali. In particolare, l’aumento di +31US$ del prodotto brasiliano rispetto allo scorso mese è dovuto ai danni al raccolto conseguenti alle inondazioni nello stato del Rio Grande do Sul. In crescita anche i prezzi della farina di soia, mentre si osserva un calo per i prezzi degli olii vegetali, a seguito di una riduzione dei prezzi dell’energia che ha portato a una contrazione della domanda di biodiesel.
