Presentato Rapporto su Turismo enogastronomico
Durante il Forum Food & Beverage, organizzato da The European House – Ambrosetti, è stato presentato il Rapporto sul Turismo enogastronomico. “Per l’Italia l’enogastronomia è oggi tra i principali driver dell’immagine e dell’identità nel sistema turistico globale. Possiede potenzialità che, se adeguatamente espresse, possono consentire di rafforzare l’attrattività del Belpaese nei confronti dei competitor internazionali e dare nuova linfa sia alle destinazioni affermate che ai territori minori, generando valore economico, sociale e culturale duraturo”, ha commentato Roberta Garibaldi, docente di Tourism Management presso l’Università degli Studi di Bergamo, presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico e vicepresidente della Commissione Turismo dell’Ocse, parlando del Rapporto, come riporta un articolo pubblicato su Repubblica.it
L’82% degli Italiani prevede di fare almeno una vacanza tra maggio e settembre 2023, in Italia o all’estero. E nella vacanza è contemplato anche il cibo: sono il 21%, in aumento del 4% rispetto al 2019, coloro che viaggiano con l’obiettivo di gustare le specialità della tavola.
Gusto, tradizioni, specialità sono tra gli obiettivi dei turisti alla ricerca della novità e sono il 57%. Ad esempio, un italiano su due vorrebbe partecipare ad un corso di foraging per imparare a raccogliere piante e frutti selvatici da mangiare. Addirittura, c’è un 41% che vorrebbe partecipare ad un corso di sopravvivenza, che insegni loro, ad esempio, ad accendere un fuoco o a trovare acqua potabile mentre il 48% preferisce fare esperienze più soft come escape room, caccia al tesoro o cene con delitto. Dove? I luoghi più gettonati sono cantine, birrifici e frantoi.
Saperne di più, anche con un semplice storytelling, questo l’obiettivo del 76% dei turisti, che vogliono migliorare la propria cultura enogastronomica in viaggio: il 61% vorrebbe conoscere la storia e gli aneddoti relativi all'azienda e alle produzioni quando visita un frantoio o un’azienda olearia, il 59% durante le visite in cantina, il 57% quando si reca nei birrifici. Non è detto poi che sia solo una vacanza, l’ingresso dello smart working nelle vite di molti, fa sì che un turista su due dichiari che sarebbe interessato a lavorare in smart in aree rurali, ovviamente con la giusta connessione. In mancanza di smart, per molti, anche allungare i viaggi di lavoro in una vacanza è una soluzione apprezzata.
Come rispondere a queste richieste? Il rapporto offre qualche suggerimento per adeguare l’offerta alla domanda. Intanto l’experience è sempre più importante, quindi meglio che i luoghi di produzione si attrezzino; in testa troviamo le cantine (con il 34%), seguite da caseifici ed aziende agricole (28%),
Arrivano anche suggerimenti dai turisti che vorrebbero un’esperienza completa, anche dal punto di vista artistico: per il 61% dei turisti italiani si potrebbero creare eventi e/o proposte che abbinino l'enogastronomia con musica nelle aziende di produzione, il 57% con l’arte. Il 64% apprezzerebbe esperienze in cantina magari dopo il lavoro come wine bar o piccoli eventi di degustazione. Cibo e sport possono andare a braccetto e il 51% sarebbe interessato ad experience come il wine trekking. Il 58% vorrebbe aziende pet-friendly e Il 54% le vorrebbe kids-friendly.
Non solo campagna, anche le città possono valorizzare l'offerta enogastronomica magari con alberghi a tema vino, cibo o altro; il 76% vorrebbe che il ristorante della struttura scelta utilizzasse prodotti del luogo e offrisse specialità locali, il 73% si accontenterebbe della colazione. Per il 69% avere informazioni sulle esperienze enogastronomiche del territorio o partecipare a tour enogastronomici (65%) direttamente dall’albergo sarebbe molto invitante.