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Rabobank pubblica la classifica delle TOP 20 del latte

Rabobank pubblica la classifica delle TOP 20 del latte

Rabobank fa una panoramica sulle strategie attuate dalle aziende e mette in luce le previsioni per il futuro 

Confermate le prime due posizioni, cambiate invece, con salite e discese, le restanti 18: Rabobank ha pubblicato la Global Dairy Top 20, classifica annuale per fatturato delle principali 20 aziende lattiero casearie. Al primo posto Nestlè, al secondo Lactalis. Seguono la più grande cooperativa lattiero casearia Usa, Dairy Farmers of America, che avanza di tre posizioni, rispetto allo scorso anno. Poi, a seguire Danone, Yili, la più grande azienda lattiero casearia cinese, le cooperative Fonterra (neozelandese) e FrieslandCampina (olandese), la cinese Mengniu, la cooperativa danese Arla Foods e la canadese Saputo. Entra nella Global Dairy Top 20 di quest'anno, la cooperativa indiana Gujarat Co-operative, con 5,5 miliardi di dollari nel 2019, con un aumento del 17% rispetto all'anno precedente. Circa la metà delle prime dieci aziende sono cooperative.


Indice degli argomenti
Il fatturato
Le aziende
Le previsioni


Il fatturato
Rabobank fa una panoramica complessiva sul fatturato delle 20 aziende lattiero casearie, mettendo in luce che il tasso di cambio, le fluttuazioni, il modesto apprezzamento dei prezzi delle materie prime, gli aumenti della produzione di latte inferiore rispetto al trend nei principali paesi esportatori e la crescita limitata dei prodotti nelle principali categorie lattiero-casearie hanno contribuito a guadagni relativamente modesti nel fatturato combinato della Global Dairy Top 20, che, in termini di dollari USA, registra un + 1,3% rispetto all'anno precedente, contro l'aumento del 2,5% registrato nel 2018. In termini di euro, il fatturato complessivo del 2019 ha registrato un rimbalzo del 6,5% nel 2019, dopo il calo del 2% del 2018.

Sul fronte acquisizioni e fusioni, sono state 115 a livello globale nel settore latte nel corso del 2019. La maggior parte delle operazioni del 2019 - che comprendono investimenti, disinvestimenti, acquisizioni, joint venture e alleanze strategiche - ha avuto luogo in Europa (64), seguita dal Nord America e dall'Asia (39 e 25, rispettivamente). A metà del 2020, il numero di operazioni nel settore lattiero-caseario è pari a 52, frenato dal Covid-19 e prefigura maggiori affari per il 2021.

Le aziende
La questione strategica per alcune società, sottolinea Rabobank, è stata se investire o disinvestire, cedendo parte delle attività, dato che dieci delle prime 20 aziende del settore lattiero-caseario globale hanno registrato un calo delle vendite su base annua in dollari. Lactalis ha scelto la prima strada, con l'aggiunta di 41 offerte dal 2013 e, più recentemente, espandendo la sua presenza globale in Medio Oriente e Africa e in Nord e Sud America. Al contrario, l'azienda leader mondiale del settore lattiero-caseario da lungo tempo ha scelto di cedere alcune delle sue attività non strategiche. La cessione da parte di Nestlé del suo business del gelato con sede negli Stati Uniti per 1,8 miliardi di dollari USA, insieme ad altri asset (alcuni dei quali sono stati acquisiti da Lactalis), ha portato a una significativa riduzione del divario tra le due principali aziende lattiero-casearie globali. Nestlé rimane al timone, ma il divario di 3,5 miliardi di dollari tra Nestlé e Lactalis nel 2018 si è ridotto a soli 1,1 miliardi di dollari nel 2019. Rimanendo ai primi tre posti, DFA ha acquisito parte delle attività della Dean Foods all'inizio del 2020, incrementando le vendite e scalando la classifica di Rabobank. Il consolidamento dei principali asset da parte di Fonterra e FrieslandCampina ha portato a un calo delle vendite anno su anno sia in dollari USA che in euro, ed entrambe hanno subito uno slittamento di due posizioni nella classifica. Allo stesso modo, anche Arla Foods ha perso due posizioni in classifica, ma è riuscita a registrare un guadagno di anno in anno in euro. 

Le previsioni
Per il 2021, Rabobank prevede che il fatturato globale continuerà a essere legato a una produzione di latte minore rispetto al trend, dovuto in parte all'aumento dei costi di produzione, dato che le aziende agricole sono tenute a rispettare le crescenti normative ambientali. Una delle sfide di operare nella pandemia è che è più difficile concludere accordi, viene sottolineato nel Report. Di conseguenza, le aziende rischiano di rimanere intrappolate in margini in calo, a meno che non riescano a capitalizzare una strategia "vincente sui mercati nazionali", poiché i consumatori stanno modificando le loro abitudini d'acquisto con una maggiore attenzione alla salute e al benessere e con un minor numero di consumazioni fuori casa. Allo stesso tempo, le aziende potrebbero riconsiderare le loro strategie globali alla luce delle crescenti tensioni commerciali in tutto il mondo, insieme a politiche di sicurezza alimentare interne più focalizzate verso l'interno, con l’obiettivo di rendere più stabile per il futuro la loro quota di mercato. 


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