Prodotti agroalimentari e vini DOP, IGP e STG per un valore della produzione di 20,2 miliardi di euro complessivi, crescita del +52%, negli ultimi dieci anni, contributo pari al 19% del fatturato aggregato dell’agroalimentare nazionale e quasi 850.000 occupati nel settore: questi alcuni dei numeri che testimoniano il peso della DOP Economy nel contesto nazionale, secondo quanto emerge dal Rapporto ISMEA-Qualivita sulle produzioni agroalimentari e vitivinicole italiane DOP, IGP e STG 2024.
La DOP Economy italiana, nel corso del 2023, ha registrato numeri ancora una volta positivi, in linea con la crescita degli ultimi anni. Il valore della produzione dei prodotti DOP, IGP e STG aumenta del +0,2% su base annua, superando i 20 miliardi di euro per il secondo anno consecutivo e contribuendo per quasi un quinto (19%) del fatturato complessivo dell’agroalimentare nazionale.
L’Italia si conferma ancora una volta il paese con il maggior numero di filiere a Indicazione Geografica, 856 complessive, ripartite tra 328 prodotti del settore cibo e 528 del settore vino, con 3 nuove denominazioni aggiunte nei primi dieci mesi del 2024. A livello regionale, considerando i soli DOP e IGP, il primato spetta alla Toscana, con 90 prodotti totali, davanti al Veneto con 89 prodotti, al Piemonte con 84 e alla Lombardia con 75.
Il settore cibo registra nel 2023 un valore della produzione pari a 9,17 miliardi di euro, in crescita del +3,5% su base annua e del +44% rispetto al 2013. In aumento anche il valore al consumo, che complessivamente supera i 9,3 miliardi di euro, in rialzo del +8,0% in termini tendenziali. Il valore all’export, invece, raggiunge i 4,7 miliardi di euro, +0,7% in confronto al 2022 e +90% rispetto al dato di dieci anni prima. Gli Stati Uniti si confermano il principale acquirente di prodotti italiani a Indicazione Geografica, per un valore di 819 milioni di euro, seguiti da Germania (720 milioni di euro) e Francia (616 milioni). In forte crescita il mercato spagnolo, che registra un aumento delle importazioni del +18,0% su base annua, e quello australiano (+6,4%).
Tra i vari prodotti, il contributo principale è dato dai formaggi, grazie alle performance complessive delle 57 denominazioni nazionali (circa il 23% delle 252 denominazioni UE), 53 DOP, 3 IGP e 1 STG. In particolare, la categoria dei formaggi DOP, IGP e STG registra un valore alla produzione di oltre 5,5 miliardi di euro (il 60% del totale del settore cibo) nel 2023, in crescita del +5,3% su base annua. A livello territoriale, Lombardia ed Emilia-Romagna si confermano le principali regioni produttrici in termini di valore, contando rispettivamente per 1,77 e 1,64 miliardi di euro. Tra i formaggi, il Grana Padano DOP segna un valore della produzione pari a 1,86 miliardi di euro, seguito da Parmigiano Reggiano DOP (1,60 miliardi), Mozzarella di Bufala Campana DOP (528 milioni), Pecorino Romano DOP (494 milioni) e Gorgonzola (430 milioni). Cresce anche il valore all’export, che sfiora i 2,8 miliardi grazie a un incremento del +3,7% rispetto al 2022, pesando per il quasi il 60% del fatturato estero di cibi DOP IGP e STG. In rialzo anche il valore al consumo, che supera i 9,3 miliardi di euro, a seguito di una crescita del +8,0%.
Valore della produzione pari a 2,3 miliardi di euro per i 43 prodotti a base di carne DOP, IGP e STG nel 2023 (quasi un quarto del totale), in crescita del +0,7% rispetto all’anno precedente, nonostante un calo dei livelli produttivi conseguente alla ridotta offerta di capi. Valore all’export pari a 610 milioni di euro, in contrazione del -3,9% in confronto al 2022, soprattutto per effetto del perdurare della chiusura di alcuni mercati. In leggera contrazione anche il valore al consumo, che si riduce del -0,5% su base tendenziale per un valore complessivo di 5,6 miliardi di euro.
Tra le altre categorie di prodotti, si registra un calo della produzione per ortofrutticoli e cereali (-2,0% per un valore di 379 milioni di euro) e aceti balsamici (-7,6% per 358 milioni di euro), mentre crescono oli di oliva (115 milioni di euro, +32,6%) e carni fresche (114 milioni di euro, +10,3%). Tendenze analoghe anche in termini di valori al consumo e di esportazioni: in particolare, per le performance sui mercati esteri, gli aceti balsamici registrano un calo del -7,8% rispetto all’anno precedente, per un valore delle esportazioni di 818 milioni di euro, mentre gli ortofrutticoli e cereali calano le vendite estere del -3,4%, registrando un valore di prodotti esportati di 156 milioni di euro. In forte aumento su base annua le esportazioni di oli di oliva (+30,5%), che registrano un valore dei prodotti esportati di 81 milioni di euro, e di carni fresche, che segnano 17 milioni complessivi, in rialzo del +29,0% rispetto al 2022.
Il settore del vino registra un valore imbottigliato complessivo, per il settore DOP e IGP, di 11,03 miliardi di euro complessivi nel 2023, e un valore del vino sfuso di 3,99 miliardi di euro, con un andamento opposto tra vini DOP e IGP. I primi, infatti, vedono una contrazione del -5% dei volumi di certificazione, che si fermano a 17,8 milioni di ettolitri, mentre gli imbottigliamenti si fermano di poco sopra i 17 milioni di ettolitri, -4% su base annua, a causa della flessione della domanda sia interna che estera. In controtendenza le IGP, che registrano una crescita degli imbottigliamenti del +6% rispetto all’anno precedente. Il valore, tuttavia, è influenzato dalla dinamica dei prezzi, sfavorevole per il settore: secondo l’indice Ismea, infatti, i vini sfusi hanno segnato un –2% in media nelle DOP, con i bianchi che registrano una contrazione del -5% in termini di prezzo, a fronte di una tenuta generale dei rossi, mentre i prezzi delle IGP calano del -3%. Tiene l’export, che registra una lieve contrazione del -0,6% in termini di valore, dopo il +10% del 2022, con una tendenza del +66% rispetto al 2013, per un valore di 6,89 miliardi di euro complessivi. Gli Stati Uniti si confermano il mercato principale, con vini importati per 1,66 miliardi di euro, seguiti da Germania (968 milioni di euro) e Regno Unito (807 milioni di euro).
Cresce la spesa degli italiani per i prodotti DOP e IGP nella Grande Distribuzione Organizzata: secondo i dati dell’Osservatorio sui consumi alimentari Ismea-NielsenIQ, nel 2023 sono stati acquistati prodotti a Indicazione Geografica nella GDO per un valore di 5,9 miliardi di euro complessivi, +7,2% su base annua, ripartito in un rialzo del +9,5% per i prodotti alimentari e del +2,7% per i vini. L’aumento è dovuto soprattutto al rialzo dei prezzi, mentre i volumi acquistati sono in leggero calo, in termini generali. Tra i vari comparti, crescono gli acquisti nella GDO di formaggi, prodotti a base di carne, frutta fresca, oli di oliva extravergine e vini, mentre si registra una riduzione per ortaggi freschi, aceto balsamico Modena e prodotti della pasticceria e della panetteria.