Secondo i dati diffusi da Ismea nell’ultimo report, il valore complessivo delle esportazioni di prodotti agroalimentari italiane nel primo semestre ha sfiorato i 34 miliardi di euro, registrando una crescita del +7,1% rispetto allo stesso periodo del 2023. In particolare, l’industria alimentare conta per l’86% del valore, con prodotti esportati per 29 miliardi di euro. Crescono anche le importazioni, +1,4% su base tendenziale, per un valore complessivo di 33,5 miliardi di euro, soprattutto per acquisti di prodotti dell’industria alimentare (+2,2%), mentre rimangono sostanzialmente stabili le importazioni di prodotti agricoli. Di conseguenza, il saldo commerciale migliora nei primi sei mesi dell’anno, con un surplus di 433 milioni di euro a fronte del disavanzo di oltre 1,3 miliardi di euro del primo semestre dello scorso anno.
In genere, nel corso del primo semestre del 2024 si è registrato un aumento delle esportazioni di prodotti agroalimentari italiani verso tutti i principali mercati. In particolare, rispetto allo scorso anno, si osserva una crescita a doppia cifra dell’export verso Stati Uniti e Giappone. Per quanto riguarda il mercato statunitense, si registra una crescita del +17,3% su base annua, grazie alle performance dei vini fermi in bottiglia (+4,8%), vini spumanti (+6,7%), olio extravergine di oliva (+69,8%) e pasta di semola (+8,8%). L’export verso il mercato giapponese, invece, è in aumento del +48,8% su base annua, dove si registra un raddoppio delle esportazioni di tabacco. In rialzo anche le esportazioni verso la Romania (+11%, soprattutto di caffè torrefatto, prodotti della panetteria e pasticceria e formaggi freschi e stagionati) e l’Australia (+17,8%, dove hanno registrato aumenti consistenti pomodori pelati, cioccolata, formaggi stagionati, pasta di semola e olio di oliva).
In riferimento alle importazioni, aumentano gli acquisti da Spagna (raddoppiano gli acquisti di olio di oliva e aumentano del +10% le preparazioni di tonno), Ungheria (+78% l’import di mais e +5% di frumento tenero), Stati Uniti (in aumento gli acquisti di soia, frumento tenero, frumento duro, mandorle e pistacchi) e Turchia (in crescita le importazioni di nocciole e frumento duro), mentre scende il valore dell’import da Grecia (-64% di olio di oliva), Indonesia (in contrazione l’import olio di palma), Argentina (riduzione degli acquisti di farine di soia) e Canada (in calo le importazioni di frumento duro).
Tra i principali prodotti esportati, e che hanno registrato la crescita maggiore nel primo semestre dell’anno, particolare rilievo per i derivati dei cereali, che contano per il 14% del totale delle esportazioni agroalimentari nazionali per un valore complessivo di 4,8 miliardi di euro, in crescita del +8% su base annua. Tra di essi, crescono soprattutto le paste alimentari (+1,1% in valore e +8,6% in volume) e i prodotti della panetteria, pasticceria e biscotteria (+13,1% in valore e +10,7% in volume). In ripresa le esportazioni di vini, dopo le performance sotto la media dello scorso anno, che segnano un incremento in valore del +3,2%, per un valore delle esportazioni complessivo di 3,9 miliardi di euro, che conta per l’11% del totale. In particolare, aumentano le esportazioni dei vini in bottiglia (2,1%), che si confermano il primo prodotto esportato dall’Italia anche nel primo semestre del 2024, per un valore di 2,6 miliardi di euro, grazie soprattutto alla crescita degli spumanti (+6,9% in valore e +10,8% in volume). 2,8 miliardi di euro, invece, il fatturato estero complessivo del comparto ortofrutticolo italiano nei primi sei mesi dell’anno, per una crescita del +2,7% in valore e del +4,8% in volume. Spiccano, tra gli altri prodotti, le mele e l’uva da tavola, mentre si registra una contrazione per le esportazioni di kiwi. In crescita anche le esportazioni di pelati e passate di pomodoro. Per quanto riguarda i formaggi e latticini, si registra una variazione del valore delle esportazioni del +6,6% su base annua, grazie soprattutto alle performance di formaggi freschi (+6,0%), stagionati (+7,5%) e grattugiati (7,0%).
I principali prodotti importati, invece, sono i prodotti ittici, che contano per l’11% del totale, anche se si osserva una contrazione degli acquisti di preparazione e conserve di tonno, di seppie e calamari congelati. Stabili le importazioni di carni fresche, che assorbono il 9% dell’import complessivo in termini di valore: tra di esse, salgono gli acquisti dall’estero in particolare di carni bovine (+7,9% in valore e +8,4% in volume) e prosciutti e spalle di suini (+5,9% in valore e +9,6% in volume). Salgono le importazioni di ortofrutta fresca (+4,8% su base annua), che contano per il 9% dell’import agroalimentare complessivo per un valore di 2,9 miliardi di euro. Crescono, del +1,4% rispetto al primo semestre dello scorso anno, le importazioni di colture industriale, che rappresentano l’8% dell’import complessivo (2,7 miliardi di euro), anche se si registra un calo del -13,5% delle importazioni in valore di semi di soia. Prosegue il calo dell’import di cereali, con una variazione su base tendenziale del -11,8% in valore, per effetto soprattutto dei ridotti acquisti in valore di mais, frumento tenero e frumento duro, anche se aumentano le importazioni in volume.
Per maggiori dettagli, è possibile consultare il report in allegato.