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Agroalimentare, l’export 2023 supera i 62 miliardi in valore

Agroalimentare, l’export 2023 supera i 62 miliardi in valore

I dati dello studio Nomisma-CRIF

Nuovo record per l’export agroalimentare italiano che, secondo i dati dello studio prodotto da Nomisma e presentato in occasione dell’VIII Forum Agrifood Monitor organizzato in collaborazione con CRIF, supera nel 2023 i 62 miliardi di euro, in crescita del +6% rispetto al 2022. Da sottolineare che la crescita italiana rispetto all’anno precedente è seconda, tra i principali esportatori mondiali, solo alla Germania, che registra una crescita del +6,2%, mentre Francia, Cina e Stati Uniti chiudono l’anno in calo.

In particolare, la crescita delle esportazioni dei prodotti agroalimentari su base annua è trainata da conserve vegetali (+13%), formaggi (+12%), ortofrutta (+9%) e carni preparate (+8%). Risultano invece in calo le esportazioni di vino (-1%).

In calo l’export verso l’Asia (-1,1%) rispetto al 2022, mentre aumentano i valori esportati verso il Nord America (+0,1%) e l’Unione Europea (+9%), così come verso il Centro-Sud America (+9%), dove emerge la crescita delle esportazioni agroalimentari verso il Brasile (+22%).

Nel 2023, le importazioni agroalimentari italiane in Brasile hanno raggiunto un valore di 356 milioni di euro, su 12 miliardi totali nel paese, rendendo l’Italia l’ottavo fornitore, preceduto dai soli paesi della regione. Nel dettaglio, i primi cinque prodotti italiani esportati in Brasile sono le mele (13% del valore dell’export agroalimentare italiano), la pasta (12%), il vino (10%), prodotti da forno e olio di oliva (9% per entrambi), con l’Italia principale importatore nel paese di pasta e prodotti da forno.

Inoltre, dalla survey realizzata da Nomisma tra i consumatori brasiliani per fotografare il posizionamento dei prodotti del Made in Italy nel paese, emerge che, secondo 6 brasiliani su 10, i prodotti agroalimentari stranieri di maggior qualità sono italiani. Nel merito, Mattia Barchetti, Head of Market Intelligence di Nomisma, evidenzia il dato secondo cui “il 27% dei consumatori locali ha previsto un aumento della spesa alimentare in prodotti del Belpaese nei prossimi tre anni, a fronte di un 49% che li manterrà costanti”. Per cogliere al meglio le opportunità offerte da questo mercato, il Presidente del Comitato Scientifico di Nomisma, Paolo De Castro, sottolinea “l’importanza di meglio regolamentare i rapporti commerciali che potrebbero trovare nella conclusione del negoziato UE-Mercosur una leva strategica per rafforzare l’interscambio con le imprese europee, sulla base di standard produttivi equivalenti da un punto di vista sociale ed ambientale”.

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