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Alimentare, spesa sempre più sostenibile e anti-spreco

Alimentare, spesa sempre più sostenibile e anti-spreco

Da una ricerca dell’Osservatorio Reale Mutua, dedicato all’agricoltura e alle abitudini d’acquisto, emerge che la lotta agli sprechi passa anche attraverso l'uso di app

Un occhio allo spreco e un altro verso la sostenibilità dei prodotti, con una forte attenzione verso il Made in Italy, sempre più presente nelle abitudini di spesa degli italiani, al punto che più di uno su tre (41%) ama acquistare generi agroalimentari direttamente dal produttore locale: frutta, verdura, vino, formaggi, scelti perché garanzia di qualità, cura dei prodotti e, molte volte, in virtù di un rapporto di fiducia con il produttore stesso. Lo evidenzia l’ultima ricerca dell’Osservatorio Reale Mutua dedicato all’agricoltura e alle abitudini d’acquisto.


Evitare gli sprechi
Il Made in Italy e l’agroalimentare



Evitare gli sprechi
Negli ultimi anni è aumentata la sensibilità degli italiani verso gli sprechi alimentari. Un problema moderno che non a caso i connazionali cercano di risolvere anche con le nuove tecnologie: uno su tre (33%) infatti si dice interessato ad app che permettono, ad esempio, di comprare a prezzi inferiori prodotti agroalimentari invenduti, o imperfetti o prossimi alla scadenza, e un ulteriore 22% ha già avuto esperienza di questi strumenti.
Oltre alle app, gli italiani cercano di limitare gli sprechi anche con metodi più tradizionali: il 62% dichiara di controllare sempre le scadenze dei prodotti agroalimentari, il 48% investe tempo per fare dettagliate liste della spesa così da comprare solo il necessario e oltre uno su quattro (29%) fa più volte la spesa in settimana per evitare di accumulare troppi prodotti in casa.
Anche per quanto riguarda la conservazione degli alimenti, gli italiani usano strategie semplici ma efficaci, come conservare e, quando possibile, congelare il cibo che non si consuma subito (34%).
Una coscienza, questa, che abbraccia anche i prodotti “meno belli” a vedersi: ben il 47% non trova problemi nell’acquistare di norma prodotti dell’agricoltura con piccole imperfezioni, come frutta e verdura con ammaccature o dimensioni diverse da quelle tradizionali. Anzi: secondo uno su quattro (26%), i consumatori sono oggi troppo esigenti nel volere solo prodotti perfetti. Ma l’attenzione alla sostenibilità è una “richiesta” che i consumatori fanno alle stesse aziende, tanto che ben uno su due (52%) tende a premiare nei suoi acquisti quelle che si mostrano più sensibili.

Il ruolo delle imprese
Perché oggi le imprese, confermano gli italiani, hanno una grande responsabilità verso l’ecosistema ambientale e sociale? Ma in che modo possono fare la propria parte? Secondo il 42% potrebbero trovare canali di vendita dedicati per i prodotti imperfetti per ridurre gli sprechi e una quota simile (40%) pensa che i produttori debbano ottimizzare l’uso di risorse energetiche e idriche. Uno su tre (33%) vede nelle campagne di sensibilizzazione rivolte al grande pubblico l’attività più importante, mentre il 22% pensa a iniziative che coinvolgano produttori e associazioni a sostegno dei meno abbienti, coniugando così la lotta allo spreco all’aiuto dei più deboli.

“Gli italiani tradizionalmente hanno una grande cultura del cibo che, come mostrano i risultati del nostro Osservatorio, si combina con la crescente sensibilità verso la sostenibilità ambientale e sociale. Un binomio, quello tra qualità e sostenibilità, che rappresenta il presente e il futuro di un settore fondamentale per il nostro Paese come quello dell’agricoltura”, commenta Michele Quaglia, Direttore Commerciale e Brand di Gruppo. 

Il Made in Italy e l’agroalimentare
Per quanto riguarda i prodotti Made in Italy, due italiani su tre (63%) si dicono propensi a utilizzare in misura crescente app e siti per l’acquisto online e la consegna a domicilio di questi prodotti. Un trend che probabilmente la pandemia ha contribuito ad accelerare e che potrà facilitare ancor di più l’accesso alle eccellenze del territorio. Dal campo alla tavola, Made in Italy e produzione locale vanno di pari passo con l’attenzione alla sostenibilità. Una parola che per un connazionale su tre (31%) evoca una filiera agricola a basso impatto ambientale, anche grazie all’uso della tecnologia, mentre uno su cinque (22%) la associa al concetto di agricoltura a chilometro zero. Ma sostenibilità vuole anche dire stagionalità (18%), etichettatura biologica (12%) e per un ulteriore 11% il termine abbraccia valori sociali e indica una filiera equosolidale. Perché gli italiani preferiscono i prodotti stagionali? Perché più salutari (36%) e capaci di sostenere l’economia agricola dei territori (30%), con un minore impatto sull’ambiente (11%). E c’è anche chi li sceglie perché più buoni, dice, di quelli fuori periodo (12%). Semaforo verde infine, tra le abitudini d’acquisto, anche per i prodotti dell’agricoltura biologica, altra area importante del Made in Italy, che vengono apprezzati soprattutto perché rispettano criteri di sostenibilità (44%) e fanno bene alla salute (22 %). 


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