Secondo l'ultimo aggiornamento pubblicato dall'USDA (U.S. Department of Agriculture) a giugno 2024, rispetto al mese precedente si prevede, per la stagione 2023/24, una crescita del commercio globale di semi oleosi, mais e frumento.
Di seguito i dettagli delle principali commodities.
Frumento
La produzione mondiale di frumento per la stagione 2024/25 è prevista in calo, anche se ancora in prospettiva di un valore record, in virtù delle stime che indicano una contrazione del raccolto in Russia, Ucraina e Unione Europea. In particolare, la produzione russa di grano è prevista in calo dell’11% rispetto all’anno precedente, in conseguenza degli effetti meteorologici estremi, per un raccolto totale pari a 83,0 milioni di tonnellate. In parallelo, cala anche la produzione dell’Ucraina, che si attesta al di sotto della media degli ultimi cinque anni. Di conseguenza, si prevede che le ridotte produzioni si tradurranno in una contrazione dei volumi di prodotto in uscita dai due paesi, con ripercussioni sul commercio globale, poiché le esportazioni in crescita di UE e USA non sono in grado di compensare i cali dalla regione del Mar Nero. Per il frumento russo, si prevede che i volumi esportati si attesteranno sulle 48,0 milioni di tonnellate, mentre le esportazioni ucraine sono previste pari a 13,0 milioni di tonnellate, il valore minimo dell’ultimo decennio. L’aspettativa di una riduzione delle esportazioni spinge al rialzo i prezzi all’esportazione del frumento, non solo per Russia e Ucraina ma anche per gli altri principali esportatori mondiali e regionali. Nel dettaglio, le quote russe sono in crescita di 26$/ton, per un valore di 250$; in crescita anche le quote EU, in aumento di 19 $/ton, mentre le argentine salgono di 30$/ton e le australiane di 17$/ton. Dinamiche opposte per Stati Uniti, con un calo di 6$/ton, e Canada, le cui quote sono registrate in calo di 19$/ton, in virtù delle condizioni meteo favorevoli.
In particolare, per quanto riguarda il Canada, le stime indicano per la stagione 2024/25 un incremento, su base annua, del +36% della produzione di frumento duro, a seguito di un’annata segnata dalla siccità e che ha visto il Canada cedere alla Turchia il primato di principale esportatore mondiale di frumento duro.
Sempre in riferimento alla stagione 2024/25, è rivisto al ribasso anche il consumo mondiale, con riduzioni nella richiesta di frumento da parte dell’industria mangimistica e dell’uso residuale, in conseguenza ai prezzi meno competitivi. In calo anche le scorte, sempre ai livelli minimi dal 2015/16.
In merito alla stagione corrente, 2023/24, si prevede invece un incremento del commercio globale, con prospettive in crescita per le importazioni di Cina, Egitto e Brasile, e aumenti delle esportazioni da parte di Unione Europea, Canada, Ucraina e Russia.
Mais
Il dato di giugno mantiene sostanzialmente invariata la produzione di mais per la stagione 2023/24. Il commercio globale è previsto leggermente in crescita, grazie a maggiori volumi esportati da Russia, Unione Europea, Sudafrica e Uruguay. In crescita anche le importazioni, soprattutto da parte di Turchia e Zimbabwe, in grado di compensare i ridotti import di Bangladesh e Nepal.
In riferimento alla stagione 2024/25, le stime indicano un aumento della produzione globale di mais con previsioni in crescita per quanto riguarda Ucraina e Zambia, che compensano una contrazione prevista della produzione in Russia. In crescita anche il commercio globale, per effetto di aumenti nei volumi di esportazione da parte di Sudafrica, Ucraina e Tanzania. Si stima un aumento anche per le importazioni, guidato soprattutto dalle maggiori richieste in arrivo dai paesi dell’Africa meridionale, quali Zambia, Malawi e Mozambico.
Rispetto al mese precedente, in calo i prezzi all’esportazione dei principali esportatori mondiali, a eccezione dell’Ucraina, per la quale si registra un aumento di 16$/ton. Ancora negative le variazioni tendenziali, con valori compresi tra il -16% su base annua per le quote ucraine e -34% per quelle argentine.

Semi oleosi
Per quanto riguarda il comparto dei semi oleosi, per la stagione 2024/25 la produzione mondiale è prevista in calo, soprattutto per una revisione al ribasso delle stime relative alla colza australiana, per la quale si prospetta anche una riduzione dell’export che, di conseguenza, porta al ribasso le stime riferite al commercio globale, per il quale si prevedono volumi inferiori rispetto al 2023/24. In calo anche le scorte finali di semi oleosi, in virtù di una riduzione prevista per la colza mondiale e per la soia brasiliana. La frantumazione globale è ridotta a causa del minore impiego di semi di colza, mentre si prevede un aumento del commercio di farine, di circa 200.000 tonnellate, grazie alle maggiori esportazioni di farina di soia da parte degli Stati Uniti. In calo il commercio globale di olio vegetale, a causa di una ridotta esportazione di olio di colza da parte di UE ed Emirati Arabi Uniti.
In riferimento alla stagione 2023/24, le stime indicano anche in questo caso una riduzione delle produzioni, dovuta a cali per la soia brasiliana e arachidi indiane che non sono compensati da un aumento della colza ucraina. Il commercio mondiale di semi oleosi è invece in crescita, in conseguenza delle maggiori esportazioni di colza ucraina che superano le riduzioni previste per l’export di colza canadese. In calo le scorte finali globali, di circa 600.000 tonnellate, a causa di un declino delle scorte di soia brasiliana. La frantumazione è prevista in calo a causa del minore impiego di arachidi indiane. Le esportazioni mondiali di farine sono invece in crescita per maggiori esportazioni di farina di soia dagli Stati Uniti e dall’India. Invariato il commercio di oli vegetali.
I prezzi all’esportazione della soia risultano in calo per i principali esportatori, rispetto al mese precedente, con riduzioni di 22$/ton per il prodotto statunitense, di 12$/ton per quello brasiliano e di 9$/ton per quello argentino. L’andamento dei prezzi della soia trascina al ribasso anche quello delle farine di soia, per i quali si registra un calo di 17$/ton per il prodotto statunitense, di 28$/ton per quello brasiliano e di 20$/ton per quello argentino. In crescita invece le quote i prezzi all’esportazione dell’olio di soia, guidati soprattutto dalla forte domanda interna in Brasile: in questo caso, gli aumenti principali hanno riguardato il prodotto argentino, +128$/ton rispetto al valore del mese precedente, seguito da quello brasiliano, con una crescita di +104$/ton. Infine, le preoccupazioni relative al raccolto europeo di colza, a seguito degli eventi meteorologici estremi, hanno spinto al rialzo anche la quotazione degli oli vegetali, con aumenti di +25$/ton per l’olio di palma indonesiano e di +30$/ton per quello della Malaysia.
