Nel 2019 saranno i paesi UE a dominare sui mercati internazionali, non solo per l’export di formaggi, ma anche per quello di latte scremato in polvere. Questo scenario emerge dal report semestrale “Dairy: World Market and Trade” condotto dagli analisti USDA.
Nonostante gli USA siano sempre stati uno dei principali player nel mercato dell’SMP (latte scremato in polvere) e i flussi di prodotto esportato sia sempre cresciuto (nel periodo 2014-2018 si registra un +7%/anno), la forte concorrenza sui mercati internazionali ha cominciato a far vacillare il primato statunitense (nel 2019 si dovrebbe avere un calo del 4%, arrivando ad un valore complessivo di 686.000 tonnellate). Al contrario, l’Unione Europea, pare non trovare ostacoli: le esportazioni sono in piena espansione e nei primi 4 mesi del 2019 hanno registrato un incremento di quasi un terzo rispetto all’anno scorso. Questo ha portato anche all’esaurimento delle scorte. Per la seconda parte dell’anno ci si attende un rallentamento dei flussi commerciali, ma sul totale del 2019, le esportazioni UE di SMP sono stimate pari a 950.000 tonnellate (+16% su base annua). Tra i principali importatori, nonostante l’Algeria rimanga al primo posto, iniziano a emergere anche alcuni mercati asiatici come la Cina e l’Indonesia.
Nel mercato dei formaggi, le prospettive per gli esportatori statunitensi sono notevolmente migliorate a seguito dell’eliminazione di alcune tariffe “di ritorsione” messicane. Nel 2019, ci si attende una crescita dell’export statunitense di circa l’8%, su base annua. Ciononostante, l’UE rimane un concorrente dominante, ancor più grazie all’entrata in vigore dei recenti accordi di libero scambio, in particolare con il Messico e il Giappone. A seguito della firma dell’accordi di libero scambio EU-Giappone e l’impegno a eliminare in maniera progressiva su un orizzonte temporale di 16 anni tutte le barriere commerciali, gli USA si troveranno ad affrontare ulteriori sfide (dovendo fare loro i conti con tariffe che rimarranno al 30%). L’UE, grazie alla polita estera e i molteplici Accordi di libero scambio siglati, sta assumendo un importante vantaggio competitivo nello scenario internazionale (nel 2018 le esportazioni di formaggio Made in UE in Giappone sono cresciute del 18%). In Nuova Zelanda, ci si attende un leggero calo di produzione di formaggi (-1%), in quanto sembra che la preferenza sia orientata alla produzione di WMP, rispetto a quella dei formaggi. Ciononostante, le scorte attuali, dovrebbero essere sufficienti a sostenere le esportazioni di formaggi. Di conseguenza, la previsione delle esportazioni è stata rivista al rialzo del 3% (con un obiettivo di raggiungere le 360.000 tonnellate).