In aumento le quotazioni di zucchero, cereali, vegetali e prodotti lattiero caseari, in calo i prezzi della carne
Per il mese di ottobre 2024, il Food Price Index, l’indice dei prezzi alimentari elaborato dalla FAO, registra un valore medio di 127,4 punti, in aumento del +2,0% rispetto al dato rivisto del mese di settembre e del +5,5% rispetto al dato medio di ottobre 2023.
Il FAO Food Price Index è una misura della variazione mensile dei prezzi internazionali di un paniere di beni alimentari; in particolare, consiste nella media degli indici dei prezzi di cinque gruppi di commodity, pesati per le quote di esportazione di ognuna di esse. I cinque gruppi di commodities sono: cereali, oli vegetali, prodotti lattiero-caseari, carni e zucchero.
Per il mese di ottobre 2024, si registra una crescita delle quotazioni per tutti i gruppi di commodities, a eccezione della carne. In particolare, l’indice aggregato segna il più alto tasso di crescita degli ultimi 18 mesi.
Nel dettaglio, l’indice dei prezzi dello zucchero sale del +2,6% rispetto al mese di settembre. Le cause risiedono principalmente nelle preoccupazioni relative alle produzioni brasiliane, minacciate dalle condizioni di siccità, e dal rialzo del prezzo del petrolio, che sostiene la domanda di canna da zucchero per la produzione di etanolo.
L’indice dei prezzi dei cereali cresce del +0,9% su base mensile, guidato dai prezzi all’esportazione in rialzo per mais e frumento. In particolare, l’aumento dei prezzi del grano è causato dagli effetti delle condizioni meteorologiche poco favorevoli nell’emisfero nord e dalle tensioni persistenti nella regione del Mar Nero. Allo stesso modo, salgono i prezzi del mais, trainati dalla forte domanda interna in Brasile e dalle difficoltà di trasporto del prodotto per i livelli idrometrici sotto la media dei fiumi.
Analogo andamento per l’indice dei prezzi degli oli vegetali, che registrano il rialzo maggiore con un aumento del +7,3% rispetto al mese di settembre, per effetto delle quotazioni in aumento degli oli di palma, soia, girasole e colza – che raggiungono i livelli più alti negli ultimi due anni - a causa di prospettive di raccolto in ribasso nei principali paesi produttori.
In aumento anche l’indice dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari, che registra un +1,9% rispetto al mese di settembre, a causa delle quotazioni in aumento burro e formaggi, mentre si registra un calo nei prezzi delle polveri di latte.
Al contrario, scende l’indice dei prezzi della carne, in ribasso del -0,3% su base mensile, a seguito della contrazione di carne suina prodotta in Europa Occidentale per la minore domanda internazionale. In leggero calo anche i prezzi del pollame, stabile la carne ovina mentre, in contrasto, sale il prezzo della carne bovina per effetto di un generale aumento della domanda.
Infine, la FAO aggiorna le stime relative alla campagna cerealicola 2024/25.
Prevista al ribasso la produzione mondiale cereali che, secondo le stime, dovrebbe attestarsi su un totale di 2.848 tonnellate. In particolare, sono aggiornate al ribasso le stime relative al raccolto di mais, mentre si prospetta un leggero rialzo per le produzioni globali di grano e riso.
Al contrario, si prevede una crescita del consumo globale di cereali, per un valore complessivo di 2.857 milioni di tonnellate, per effetto soprattutto delle maggiori richieste di riso e grano. In aumento anche i livelli previsti delle scorte, anche in questo caso in previsione di un aumento di stock di riso.
In relazione ai commerci, le stime indicano una contrazione, per l’annata 2024/25 rispetto al 2023/24, del -3,9% dei volumi di cereali scambiati a livello globale, nonostante una crescita del riso che non compensa le riduzioni di scambi di grano e mais.