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FAO, indice dei prezzi alimentari invariato a giugno 2024

FAO, indice dei prezzi alimentari invariato a giugno 2024

In aumento le quotazioni per oli vegetali, zucchero e lattiero-caseari, in calo per cereali, stabile l’indice dei prezzi della carne

Per il mese di giugno 2024, il Food Price Index, l’indice dei prezzi alimentari elaborato dalla FAO, si conferma a 120,6 punti, lo stesso del dato rivisto dello scorso mese; su base tendenziale, invece, l’indice segna un calo del -2,5% rispetto al dato medio di giugno 2023.

Il FAO Food Price Index è una misura della variazione mensile dei prezzi internazionali di un paniere di beni alimentari; in particolare, consiste nella media degli indici dei prezzi di cinque gruppi di commodity, pesati per le quote di esportazione di ognuna di esse. I cinque gruppi di commodities sono: cereali, oli vegetali, prodotti lattiero-caseari, carni e zucchero.

Per il mese di giugno 2024, si registra un calo delle quotazioni dei cereali, compensato dagli aumenti che hanno interessato i prezzi di oli vegetali, zucchero e prodotti lattiero-caseari, mentre l’indice dei prezzi della carne è rimasto sostanzialmente invariato.

In particolare, l’indice dei prezzi dei cereali ha subito una flessione del -3,0% rispetto a maggio; la revisione al rialzo delle prospettive di produzione, in particolare di grano e mais, nei principali paesi produttori, ha portato a una riduzione dei prezzi all’esportazione dei principali cereali, che ha interessato anche orzo, sorgo e riso.

Cresce invece l’indice dei prezzi dei prodotti lattiero-caseari, che segna un +1,2% rispetto a maggio, sostenuto in modo particolare dall’aumento della domanda mondiale di consegne a breve termine di burro, le cui quotazioni raggiungono il valore più alto negli ultimi 24 mesi, a fronte di una riduzione stagionale del latte raccolto in Europa occidentale e di bassi livelli di scorte in Oceania. Salgono anche le quotazioni delle polveri di latte, sia intero che scremato, soprattutto per effetto dell’aumento delle importazioni dell’Estremo Oriente, mentre si registra un calo dei listini dei formaggi, dovuto a una riduzione dell’import globale.

In aumento anche l’indice FAO dei prezzi degli oli vegetali (+3,1% su base congiunturale), per effetto del costante aumento della domanda di olio di soia e olio di semi di girasole da parte del settore americano dei biocarburanti, ma soprattutto grazie alla ripresa della domanda globale di olio di palma, che ne spinge al rialzo i prezzi, dopo due mesi di declino; stabili i prezzi dell’olio di colza.

Inversione di tendenza per i prezzi dello zucchero, che tornano a salire dopo tre mesi, con un +1,9% rispetto al dato di maggio. In questo caso, l’aumento dei prezzi è dovuto agli effetti negativi della siccità sul raccolto brasiliano e delle piogge monsoniche sulla produzione indiana, accompagnati da una revisione al ribasso delle stime di resa nell’Unione Europea, fattori che hanno esercitato importanti pressioni sui prezzi internazionali.

Stabile, rispetto allo scorso mese, l’indice dei prezzi delle carni: in questo caso, il calo dei prezzi del pollame, dovuto alla maggiore offerta da parte dei principali paesi produttori, è stato compensato dai leggeri aumenti che hanno interessato i listini delle carni ovine, bovine e suine.

In riferimento alla produzione cerealicola mondiale dell’anno 2024, FAO rivede al rialzo le proprie previsioni, stimando un prodotto record pari a 2.854 milioni di tonnellate, grazie al miglioramento delle prospettive di raccolto di mais in Argentina, Brasile, Turchia e Ucraina e di grano in Pakistan. In relazione ai consumi 2024-25, si prevede un incremento del +0,5% a livello globale, per un utilizzo record di 2.856 milioni di tonnellate, con aumenti che interessano soprattutto riso e cereali secondari. In crescita, per il 2025, anche le stime relative alle scorte mondiali (+1,3%), per un volume di 894 milioni di tonnellate con un rapporto tra riserve e utilizzo di cereali invariato al 30,8%. Il volume del commercio mondiale della prossima stagione, per tutte le categorie di cereali, è previsto invece in calo del -1,0% rispetto al 2023-24, per un dato complessivo intorno alle 481 milioni di tonnellate.

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