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Irlanda, Glanbia punta sulla biodiversità

Irlanda, Glanbia punta sulla biodiversità

Il Programma "Open Source Future Farm" lanciato a fine 2019 da Glanbia permette di avviare un percorso virtuoso per migliorare il livello di biodiversità e la sosteniblità delle filiere lattiero-casearie
 

Glanbia, importante gruppo cooperativo irlandese che opera nel settore lattiero-caseario, ha avviato un percorso insieme ai suoi soci agricoltori finalizzato a migliorare la gestione del territorio, la biodiversità e sostenibilità dei sistemi produttivi dal titolo "Open Source Future Farm". Il Programma è basato sul supporto e assistenza alle imprese agricole per facilitare l'adozione di buone pratiche - semplici ed efficaci - che possano migliorare la gestione della biodiversità e della sostenibilità nelle filiere lattiero-casearie. Una delle principali sfide è quella di raggiungere un livello del 7-10% di biodiversità.

Il Programma prevede una fase pilota con il coinvolgimento di 11 agricoltori con lo scopo di definire una baseline di riferimento e da quella andare a definire e divulgare le pratiche di gestione da adottare in azienda. Sarà poi sviluppato un piano di gestione della biodiversità specifico per ogni azienda agricola che può essere integrato nell'intero piano aziendale. In questa prima fase, è stata portata avanti una mappatura iniziale per fare una fotografia della situazione attuale, attraverso lo strumento BMG (Teagasc Biodiversity Management Practices Index), usato per assegnare punteggi in base a 4 macro indicatori: struttura del paesaggio agricolo, siepi, margini dei campi e corsi d'acqua. 

Per incentivare l'adozione di buone pratiche, nel mese di aprile è stato dato un primo premio agli agricoltori, diversificato in base alla quantità  di latte consegnata. "Questo pagamento vuole essere un riconoscimento di ciò che è già stato realizzato nelle aziende agricole dei nostri soci e anche per incoraggiare ulteriori progressi", ha sottolineato Sean Molloy, responsabile dell'area sviluppo di Glanbia.  L'adozione delle buone pratiche sarà supportata anche attraverso l'uso di vari strumenti di comunicazione: dai gruppi WhatsApp dedicati a piattaforme di condivisione di informazioni ed esperienze. 

Tra le buone pratiche che vengono incentivate, si ritrova l'utilizzo di fasce tampone ripariali a protezione dei corsi d'acqua, la creazione di cinture di protezione e corridoi per la fauna selvatica, zone per preservare gli insetti impollinatori e la piantumazione di ulteriori siepi e alberi autoctoni.

Ora si è nella fase di estensione del Programma all'intera base sociale e entro la fine dell'anno si prevede di terminare la prima valutazione delle 4.500 aziende.

Molloy ha sottolineato: “Sappiamo che i nostri soci sono orgogliosi custodi del loro territorio e risorse naturali. La protezione e il miglioramento dei già elevati standard di biodiversità nelle aziende agricole sono fondamentali per far fronte alle sfide ambientali della riduzione delle emissioni di gas a effetto serra e di ammoniaca e il miglioramento della qualità dell'acqua”. 

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