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Ismea, le tendenze del settore-lattiero caseario nel 2023

Ismea, le tendenze del settore-lattiero caseario nel 2023

Pubblicato da Ismea il report di dicembre sulle ultime tendenze del settore lattiero-caseario

L’aumento dei costi delle materie prime, l’inflazione e i tassi di interesse elevati, in eredità dall’anno precedente, hanno notevolmente limitato gli investimenti. Tuttavia, nel corso del 2023 il settore lattiero-caseario europeo ha registrato un aumento di produzione (consegne di latte cresciute dello 0,5% tra gennaio e settembre 2023) e l’Unione Europea, nel suo complesso, si è confermato il principale esportatore mondiale di prodotti lattiero-caseari. In crescita le consegne di latte in Germania (+2,2%), che si conferma il principale produttore dell’area UE, nei Paesi Bassi (+2,2%), in Belgio (+4,2%), in Polonia (+1,9%) e in Danimarca (+0,8%). Si registrano, invece, flessioni in Francia (-2,5%), in Irlanda (-1,0%) e in Italia (-1,5%). I prezzi del latte alla stalla sono in costante calo, dai 57,8 €/100 kg di novembre 2022 ai 44,4 €/100 kg di novembre 2023, con un calo di oltre il 23%.

Nel contesto UE, nel periodo gennaio-settembre 2023 si registra un calo della produzione di latte scremato in polvere (-3,5%) mentre, per lo stesso periodo, cresce l’offerta degli altri derivati, in particolare latte intero in polvere (+3,4%), che resiste al crollo della domanda cinese ma è guidato dalla maggiore domanda britannica. Oltre alla crescita delle esportazioni di latte interno in polvere verso il Regno Unito, da registrare una generale crescita dei prodotti UE verso i paesi terzi, con un aumento significativo dell’export di latte scremato in polvere verso il Nordafrica.

Per quanto riguarda il contesto italiano, come accennato, le consegne di latte vaccino sono calate, secondo i dati Agea, dell’1,7% nei primi dieci mesi del 2023. Nonostante la minore offerta, la pressione competitiva esercitata dai principali fornitori europei e la strutturale dipendenza dall’estero di materia prima stanno progressivamente spingendo al ribasso il prezzo alla stalla nazionale. Per le consegne del mese di novembre, il prezzo medio pagato agli allevatori italiani si è attestato su 49,6 €/100 litri, in calo del 14% rispetto a novembre 2022.

I prezzi dei mezzi correnti impiegati negli allevamenti bovini da latte risultano in aumento dell’1,7%, secondo l’indice Ismea; in forte ribasso i prezzi dei mangimi (mais e farina di soia), diminuiti complessivamente di oltre il 21% tra novembre 2022 e novembre 2023.

Dopo l’estate, le quotazioni dei principali prodotti guida del mercato lattiero-caseario nazionale hanno mostrato segnali di cedimento, portando l’indice Ismea dei prezzi all’origine al +2,3% nei primi undici mesi del 2023, in contrazione rispetto al +14,6% mediamente registrato per il 2022.

Nel dettaglio, si osserva un costante declino del prezzo del Parmigiano Reggiano stagionato 12 mesi (arrivato a 9,95 €/kg a novembre 2023, -8,3% su base annua), mentre il Grana Padano stagionato 9 mesi, dopo il calo nei primi sei mesi del 2023, si è stabilizzato nel novembre 2023 a 8,73 €/kg (-5,7% su base annua). Analogamente, in calo i prezzi medi all’ingrosso anche per gli altri formaggi (-3,8% per il Gorgonzola maturo dolce, -5,9% per l’Asiago fresco, -0,6% per il Provolone Valpadana fresco e -1.9& per la mozzarella vaccina).

Volano le esportazioni dei prodotti lattiero-caseari italiani, aumentate tra gennaio e settembre 2023 del 13,7% in valore e del 4,9% in volume, trainate soprattutto dalle maggiori richieste dai mercati di Germania, Francia e Spagna, e dalle performance dei freschi (+17% in valore e +7,4% in volume), Grana Padano e Parmigiano Reggiano (+7,5% in valore e +3,4% in volume), ma anche dalla crescita dei grattugiati (+19,3% in valore e +7,4% in volume) e del Gorgonzola (+19,5% in valore e +0,1% in volume).

Sul fronte importazioni, si registra un importante aumento delle entrate di formaggi, in particolare freschi e semiduri (+12,5% in valore tra gennaio e settembre 2023), con forti tassi di crescita per quanti riguarda l’import dai Paesi Bassi (+41,9%) e dalla Repubblica Ceca (+24,5%). In netta controtendenza rispetto agli ultimi anni, in forte crescita le importazioni di latte in cisterna (+57,1% complessivo tra gennaio e settembre 2023), soprattutto dalla Germania (+175%) mentre sono in calo le importazioni dalla Francia (-19,3%).

Malgrado il ridimensionamento dell’inflazione, l’incremento della spesa alimentare (+9,2% nei primi nove mesi del 2023) resta il più alto degli ultimi anni. In questo contesto, si registrano aumenti del 14% della spesa per latte e derivati da parte delle famiglie, a fronte di una riduzione delle quantità nel carrello dell’1%. Gli aumenti di spesa registrati sono del 19% per il latte UHT e tra il 12 e il 15% per i formaggi. Nonostante gli aumenti, per i formaggi si registra dunque una forte rigidità della domanda rispetto al prezzo, in particolare per i duri (Grana Padano e Parmigiano Reggiano), per i quali la domanda ha addirittura comportato un aumento dei volumi dell’1,3% per i primi dieci mesi del 2023.

In prospettiva, nonostante le politiche UE improntate sulla sostenibilità e sul benessere animale potrebbero portare a un calo delle mandrie, la produzione di latte comunitaria dovrebbe diminuire solo lievemente entro il 2035. Nei prossimi anni, l’Unione Europea confermerà, con ogni probabilità, la propria posizione di leader mondiale nel commercio di prodotti lattiero-caseari. Si prevede che la domanda interna e globale sosterranno la produzione di formaggi e altri derivati, mentre si registrerà un calo nella produzione di latte alimentare. Sul breve termine, il previsto calo del tasso di crescita dell’inflazione dovrebbe sostenere una ripresa dei consumi interni, e guidare la ripresa economica.

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