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ITALIA: export agroalimentare di oltre 40 miliardi di euro nel 2017

ITALIA: export agroalimentare di oltre 40 miliardi di euro nel 2017

L'export agroalimentare italiano nel 2017 ha superato i 40 miliardi di euro. E' quello che emerge dal report di Agrifood Monitor.

Continua a crescere l’export agroalimentare italiano, che nel 2017 registra un +7%, proprio grazie ai principali prodotti rappresentativi del “made in Italy”, quali formaggi (+11%), vino (+6%), cioccolata (+20%) e prodotti da forno (+12%). Sono i dati che emergono dall’ultimo report di Agrifood monitor (un’iniziativa congiunta di Nomisma e CRIF), presentato in occasione del convegno “L’agroalimentare italiano alla prova dell’internazionalizzazione”,  svoltosi presso il Savoia Hotel di Bologna e organizzato dallo studio legale LS Lexjus Sinacta.

Si osserva come l’Italia, a seguito degli effetti della crisi economica e del progressivo calo dei consumi interni, negli ultimi 10 anni stia rafforzando sempre di più la sua posizione sui mercati internazionali. A livello europeo è però ancora al 5°posto, dopo Olanda, Germania, Francia e Spagna. Infatti, nonostante gli sforzi, emerge chiaramente come l’Italia da sola non sia in grado di affrontare i mercati internazionali e avere una certa leadership. Questo deriva anche dalla minor dimensione e struttura organizzativa delle imprese italiane rispetto a quelle di altri paesi. In Italia, solamente l’1,7% delle aziende che operano nel food ha più di 50 addetti, contro ad esempio il 10,5% della Germania. Ne consegue anche che la maggior parte delle imprese che esportano, si orientano verso mercati di prossimità: circa i due terzi dell’export agroalimentare italiano è destinato ai mercati europei.

Affinché l’export dei prodotti agroalimentari italiani aumenti, è indispensabile che si allarghi la base delle imprese esportatrici, in larga parte riconducibili ad aziende medio-grandi e rappresentanti una quota ancora ridotta del totale, meno del 20% del settore”, ha dichiarato Denis Pantini, Responsabile dell’Area Agroalimentare di Nomisma.

Le opportunità però non mancano: nei prossimi 5 anni ci si attende infatti una ulteriore crescita dei consumi alimentari in molti dei principali mercati mondiali: Stati Uniti (+24%), Cina (+44%), India (+85%), Russia (+45%), Corea del Sud (+22%), Canada (+35%). Sono questi mercati dove, tra l’altro, si stima aumenterà anche il reddito medio pro capite.

Le imprese alimentari italiane si trovano quindi oggi di fronte ad una duplice sfida: da una parte, sul mercato domestico, dove si sta assistendo ad una graduale ripresa dei consumi, ma con una sempre maggiore attenzione del consumatore verso i prodotti salutistici, di qualità, con connotati “green” e di “eticità” dei sistemi produttivi; dall’altra parte, sui mercati internazionali, dove ci sono enormi opportunità di crescita, ma c’è anche una forte competizione (con imprese spesso più strutturate e organizzate).

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