L’isolamento diplomatico e commerciale, la possibilità di poter contare su un Pil pro capite che è fra i più alti al mondo, la scelta di puntare sull’agricoltura, attraverso gli investimenti di una società qatariota, con l’arrivo di vacche, pecore e capre: è la storia del Qatar, il suo recente passato. Oggi il Paese è riuscito a diventare autosufficiente per i prodotti lattiero caseari, rivela DairyReporter, e ha perfino iniziato a vendere scorte di latte fresco in Afghanistan, Yemen e Oman.
Nel 2017, alcuni paesi arabi sunniti hanno deciso di isolare diplomaticamente ed economicamente il Qatar, anch’esso sunnita, accusato di sostenere il terrorismo. Prima dell’isolamento Il Paese, piccolo, ma molto ricco, non aveva bisogno di dedicare i suoi aridi terreni all’allevamento di bestiame: comprava i prodotti di cui aveva bisogno, soprattutto latte, dalla più grande Arabia Saudita, l’unico stato con cui confina. Ma dopo che è stato imposto l’isolamento, il Qatar si è trovato senza alcuni alimenti e bevande, fra cui il latte. Si è fatta avanti una società qatariota, la Baladna, inizialmente una piccola società che è poi pian piano cresciuta: ha portato nel paese migliaia di mucche, pecore e capre; ha fatto sì che ci fossero erba e acqua per tenerle in vita e le ha usate per produrre latte, carne, dolci e formaggi. Dal canto suo il Qatar ha deciso di incrementare la produzione agricola, l’obiettivo è di arrivare a 1400 aziende agricole entro il 2022.
La mandria iniziale di 4mila capi portati da Baladna ora è quintuplicata, gli animali, la maggior parte dei quali acquistati dagli Usa, vivono in capannoni climatizzati, in allevamenti con strumenti all’avanguardia, ma dove le temperature in estate raggiungono anche i 50 gradi.
Oltre al latte, Baladna produce formaggi, yogurt, dolci e laban, un latte fermentato (una via di mezzo tra latte e yogurt) e burro. E produce più del doppio del latte di cui la popolazione (2,7 milioni gli abitanti) ha bisogno. All’inizio del 2019 è iniziata la terza fase di espansione della società, con il lancio della prima linea di produzione UHT. E non hanno intenzione di fermarsi. L’obiettivo è di ampliare ulteriormente il portafoglio di prodotti.