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MERCATI, previsto forte calo delle vendite HORECA per il 2020. Per i formaggi si spera nell'export

MERCATI, previsto forte calo delle vendite HORECA per il 2020. Per i formaggi si spera nell'export

Per l'agroalimentare complessivamente cresce la spesa domestica, ma per il canale Horeca si stima una perdita di 34 miliardi: emerge dal 3° Rapporto Ismea sulla domanda e l’offerta dei prodotti alimentari nell’emergenza Covid-19.  La situazione del mercato lattiero caseario nazionale continua a essere particolarmente critica.

Cresce di 10 miliardi la spesa domestica, ma per il 2020 si stima una perdita di 34 miliardi per quella extradomestica: l'impatto complessivo dell’emergenza Coronavirus sul totale della spesa agroalimentare per il 2020 dovrebbe quindi corrispondere a una riduzione attorno al 10%, pari a un valore di circa 24 miliardi di euro. Con ripercussioni che coinvolgono anche il settore lattiero caseario. Il quadro è delineato nel 3° Rapporto sulla domanda e l’offerta dei prodotti alimentari nell’emergenza Covid-19, pubblicato da Ismea, da cui emerge che il sistema agroalimentare italiano, inizialmente meno colpito di altri settori dagli effetti del lockdown, potrebbe chiudere il 2020 con una penalizzazione significativa. I dati negativi sono influenzati dalla chiusura pressoché totale, nei mesi precedenti, del canale della ristorazione, così come dai contraccolpi sui flussi di esportazione. Per quanto riguarda in particolare il mercato lattiero caseario nazionale, la situazione continua a essere particolarmente critica: per i formaggi, in particolare, la chiave di volta del mercato nei prossimi mesi sarà rappresentata in particolar modo dalla tenuta delle vendite sui mercati esteri.


 


La panoramica generale
Le vendite al dettaglio



La panoramica generale
Le stime del terzo Rapporto Ismea sulla domanda e l'offerta dei prodotti alimentari nell'emergenza Covid-19 appena pubblicato parlano chiaro e forniscono indicazioni sul cambiamento di alcuni comportamenti d'acquisto, come detto: sul fronte del consumo alimentare extradomestico, la spesa delle famiglie, nel 2019, ha sfiorato gli 86 miliardi di euro, con un incremento reale sull'anno precedente dell'1,6%. A fronte di tale andamento decisamente positivo, le prospettive dei consumi extra-domestici per tutto il 2020 sono tutt'altro che incoraggianti: si può stimare prudenzialmente per il canale Horeca un calo pari al 40%, per un ammontare che si aggirerebbe attorno ai 34 miliardi di euro di perdita. D'altro canto, parte di questi consumi sono compensati dalla crescita delle vendite al dettaglio, per una valore di circa il 6%, rispetto al 2019. Date queste ipotesi, l'impatto complessivo sul totale della spesa agroalimentare domestica ed extradomestica per il 2020 consisterebbe in una riduzione attorno al 10%, pari a un valore di circa 24 miliardi di euro.  

Le vendite al dettaglio
Le vendite al dettaglio si mantengono sostenute anche nella prima metà del mese di maggio. Nella settimana dall'11 al 17 maggio, ossia quella in cui i decreti hanno permesso le prime riaperture e un minor contenimento degli spostamenti, l'incremento della spesa per gli alimenti confezionati su base annua segna ancora una crescita del +11% come media nazionale. Cambiano però le abitudini da parte dei consumatori: cala l'acquisto di farina (da +142% a + 70%), pasta (da +24% a +4%) e uova (da+36% a +17%), mentre gli affettati mantengono un +19%. Crescono invece gli acquisti di "bollicine" che segnano un +20% e i vini a +15%.   Il latte a lunga conservazione rimane preferito a quello fresco e segna un +7% (era a +23%). Torna vigorosa la voglia di risparmio, così gli italiani tornano ai discount + 18% e anche gli ipermercati fanno segnare un +3%.
 

FOCUS SU SETTORE LATTIERO CASEARIO
Il comparto si trova ad affrontare alcune criticità, che toccano in misura differente i vari prodotti. Dalle dinamiche osservate a livello internazionale emerge però qualche spiraglio.



 

I formaggi
Latte, panna, burro
I mercati esteri

 

I formaggi
Prosegue l’erosione dei listini per i formaggi grana a denominazione di origine, anche in considerazione della maggiore produzione realizzata nel primo quadrimestre 2020 e delle scorte accumulate a seguito dell’azzeramento delle vendite nel canale Horeca nei mesi di marzo e aprile. Infatti, nel mese di maggio è aumentata la variazione negativa dei prezzi rispetto allo scorso anno (-20% per Grana Padano 4-12 mesi, -29% Parmigiano Reggiano 12 mesi), con ripercussioni proporzionali sui prezzi del latte alla stalla. 
Accanto alle misure emergenziali di sostegno previste dalla Commissione UE per l’ammasso dei formaggi, la chiave di volta del mercato nei prossimi mesi sarà rappresentata in particolar modo dalla tenuta delle vendite sui mercati esteri. L’esordio del 2020 per le esportazioni di formaggi italiani era stato molto positivo (+11% in volume e +12% in valore rispetto al bimestre gennaio-febbraio 2019), ma i risultati finali dell’annata potrebbero essere fortemente compromessi dalle difficoltà logistiche, dal protrarsi della chiusura della ristorazione all’estero, cui è prevalentemente indirizzato il made in italy agroalimentare, e dalla gravità della crisi economica che andrà a impattare soprattutto sui prodotti a elevato valore aggiunto, come i formaggi DOP.

Latte, burro, panna
Forti criticità si confermano anche per il latte fresco, i cui consumi sono significativamente calati, in parte a causa dello spostamento delle preferenze delle famiglie verso l’UHT – che difficilmente saranno recuperate – in parte per la mancanza di turisti negli alberghi e nei bar.  La riapertura del canale Horeca, seppure ridimensionata, ha determinato un lieve miglioramento sul fronte degli altri prodotti freschi (mozzarella, ricotta, ecc.) e delle materie grasse (burro e panna) e il leggero incremento delle richieste di materia prima ha riportato su terreno positivo anche le variazioni del prezzo del latte spot. Nell’ultima settimana di maggio le quotazioni dello spot sulla piazza di Lodi hanno raggiunto la media di 34 euro/100 kg, facendo registrare +18% rispetto a inizio mese, quando era stato toccato il minimo dall’esordio della pandemia.

I mercati esteri
A favorire questo andamento sono state soprattutto le dinamiche osservate a livello internazionale, dove si intravede qualche segnale positivo.
Nonostante il lockdown, la Cina ha continuato, infatti, ad accrescere le proprie importazioni di prodotti lattiero caseari nel primo trimestre 2020, in particolare burro, formaggi e siero in polvere (+71%, +26% e +10% rispetto ai primi tre mesi del 2019). Sono in frenata, invece, le importazioni cinesi di latte scremato (-16% nei primi tre mesi del 2020) e ciò ha contribuito a innescare forti ribassi dei listini sul mercato europeo (su base congiunturale -8% e -17% nei mesi di marzo e aprile). Ma, a partire dal mese di maggio, con l’introduzione delle misure straordinarie di sostegno all’ammasso privato che, oltre i formaggi, riguardano anche il burro e il latte scremato in polvere, la flessione dei prezzi sembra essersi arrestata a livello comunitario.
Nei prossimi mesi molto dipenderà anche dall’andamento delle consegne di latte nell’UE (+2,8% nel periodo gennaio-marzo 2020), che proprio nel secondo trimestre dell’anno vedono il picco stagionale.


In allegato il Report


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