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Piano climatico di FrieslandCampina: obiettivi ambiziosi e filiera al centro del valore

Piano climatico di FrieslandCampina: obiettivi ambiziosi e filiera al centro del valore

Aggiornato con obbiettivi più ambiziosi, il piano climatico di FrieslandCampina rispetto alla versione del 2022. 

FrieslandCampina ha pubblicato un piano climatico aggiornato che riflette le forti ambizioni del gruppo caseario olandese, comunicando esternamente il suo forte impegno costante nel raggiungere una produzione climaticamente neutra. Il piano si allinea agli obiettivi scientifici approvati dalla Science Based Targets initiative (SBTi) alla fine del 2024, confermando che la strada della grande cooperativa è quella di contenere il riscaldamento globale entro i 1,5°C.

Con radici che risalgono al 1871 e una struttura cooperativa solida FrieslandCampina punta a generare impatto positivo lungo la filiera, ed evidenzia che obbiettivi ambiziosi siano realizzabili solo attraverso cooperazione con agricoltori, fornitori e clienti.

Questi obbiettivi scientifici, che letteralmente in italiano sono ‘le iniziative target a base scientifica’ (Science Based Targets initiative) sono la componente chiave dei piani di riduzione delle emissioni che le aziende decidono di seguire in linea con l’accordo di Parigi. Le emissioni vengono differenziate in FLAG (se derivano da foreste, terreni o agricoltura) e non-FLAG (da industria ed energia).

Questo sistema è nato dal global impact, un accordo globale tra le Nazioni Unite e altri partner internazionali (tra cui anche il WWF) e parte da una valutazione dell’impronta carbonica aziendale per poi passare ad un sistema di calcolo dei quantitativi di gas serra (GHG) che permette di determinare i tempi e modalità per raggiungere la neutralità climatica. È un sistema che solo mitigazione, quindi non soluzioni temporanee ma di lungo periodo.

Il sistema SBTi utilizza il protocollo dei gas serra (GHG Protocol), che classifica le emissioni in SCOPE 1,2 e 3 in funzione che i processi di emissione siano diretti interni, il secondo ed il terzo invece sono di natura indiretta e riguardano in modo più ampio l’uso di energie e tutte le emissioni indirette a monte e a valle della catena del valore di cui l’azienda fa parte.

 

Fig.1: Emissioni di gas serra attraverso la catena del valore di FrieslandCampina


L’obiettivo a lungo termine di FrieslandCampina è la neutralità climatica entro il 2050. L’azienda ha inoltre integrato gli obiettivi climatici nella propria governance, includendoli nei piani di incentivazione per i ruoli dirigenziali e promuovendo la responsabilità condivisa lungo tutta la catena del valore.

Tra gli esempi virtuosi di mitigazione riportati nel piano climatico si evidenzia; l’uso di mangimi e inibitori del metano per ridurre l’impatto delle emissioni delle mandrie; tecniche di smart breeding per selezionare i tratti genetici meno inquinanti a livello di emissioni per capo; l’uso di inibitori della nitrificazione per abbassare l’impatto della coltivazione dei foraggi; l’uso di sostanze inibitorie nella gestione e stoccaggio del letame; la sostituzione del diesel fossile con quello da fonti rinnovabili e la sostituzione di energia fossile con energia rinnovabile da pulla di riso, biogas e legno di potatura.

Il piano si basa sull’approccio che integra un iniziale valutazione degli impatti, la definizione di obbiettivi e lo sviluppo di una strategia di mitigazione delle emissioni.
Gli investimenti previsti per la realizzazione ipotizzano cifre variabili tra i 700 milioni e i 1,3 miliardi di euro entro il 2030 e riguardano solo gli obbiettivi climatici.
La grande cooperativa olandese ha suddiviso gli investimenti in due scritture di bilancio differenti, capitalizzando come immobilizzazione materiali i costi per la riduzione delle emissioni Scope 1 e 2 nello stato patrimoniale e quelli delle emissioni riguardanti lo Scope 3 saranno invece registrati come costo del venduto.

Al momento invece, tra le iniziative in corso nelle aziende agricole per migliorare la biodiversità vi sono la creazione di prati permanenti (già in atto qualche progetto pilota per simulare la sostenibilità economica per gli agricoltori soci attraverso la generazione di crediti di carbonio) e l’adozione di pratiche di agroforestazione.

Gli aggiornamenti riguardano principalmente un maggior dettaglio per il calcolo delle emissioni evidenziando quelle provenienti dal settore agroforestale e quelle dal settore industriale energetico. Inoltre è stato aggiornato l'anno di riferimento del sistema di calcolo al 2020 (non più 2015). Lo sfondo di questi obbiettivi rimane comunque l'obbiettivo di base di arrivare alla neutralità climatica entro il 2050. 

 

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