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UE, in vista una modesta ripresa economica

UE, in vista una modesta ripresa economica

La Commissione Ue ha pubblicato le previsioni economiche autunno 2023

L'economia europea ha perso slancio quest'anno in un contesto caratterizzato dall'alto costo della vita, della debolezza della domanda esterna e di un inasprimento della politica monetaria. Si prevede una graduale ripresa dell'attività economica in futuro, ma intanto le previsioni d'autunno della Commissione europea rivedono al ribasso la crescita del PIL dell'UE rispetto alle proiezioni estive. Secondo le stime, l’inflazione è scesa ai minimi degli ultimi due anni nella zona euro e dovrebbe continuare a diminuire.  

La crescita ha perso slancio, ma si prevede ancora una ripresa
Dopo una forte espansione per gran parte del 2022, il PIL reale si è contratto verso la fine dell’anno ed è cresciuto di poco nei primi tre trimestri del 2023. Ancora elevati, anche se in calo, l’inflazione e l’inasprimento della politica monetaria che hanno avuto un impatto più pesante di quanto previsto in precedenza, insieme alla debole politica estera. Gli ultimi indicatori aziendali e i dati delle indagini di ottobre segnalano un’attività economica contenuta anche nel quarto trimestre di quest’anno, in un contesto di crescente incertezza. Nel complesso, le previsioni autunnali proiettano una crescita del PIL nel 2023 allo 0,6% sia nell’UE che nella zona euro, 0,2 punti percentuali al di sotto delle previsioni estive della Commissione.

Si prevede che l’attività economica si riprenda gradualmente contestualmente alla ripresa dei consumi, sulla scia di un mercato del lavoro costantemente forte, di una crescita salariale sostenuta e di un continuo rallentamento dell’inflazione. Nonostante la politica monetaria più restrittiva, si prevede che gli investimenti continueranno ad aumentare, sostenuti da bilanci societari complessivamente solidi e dal dispositivo per la ripresa e la resilienza. Nel 2024, si prevede che la crescita del PIL dell’UE migliorerà all’1,3%. Si tratta ancora di una revisione al ribasso di 0,1 punti percentuali. Nell’Eurozona la crescita del PIL dovrebbe essere leggermente inferiore, pari all’1,2%. Nel 2025, con l’attenuarsi dell’inflazione e del freno derivante dalla stretta monetaria, la crescita dovrebbe rafforzarsi all’1,7% per l’UE e all’1,6% per l’area euro.

L'inflazione continuerà a rallentare 
L’inflazione resta su un trend discendente. Si stima che in ottobre sia sceso al 2,9% nell’area euro, rispetto al picco del 10,6% di un anno fa. Si tratta del livello più basso da luglio 2021. E si prevede che continuerà a diminuire, anche se a un ritmo più moderato, riflettendo un allentamento più lento, ma più ampio, delle pressioni inflazionistiche nei settori alimentare, dei beni manifatturieri e dei servizi. Si prevede che l’inflazione complessiva nell’area dell’euro scenderà dal 5,6% nel 2023 al 3,2% nel 2024 e al 2,2% nel 2025.

Il mercato del lavoro resta resiliente
Il mercato del lavoro dell’UE ha continuato a registrare ottimi risultati nella prima metà del 2023, nonostante il rallentamento della crescita economica. Nel secondo trimestre, i tassi di attività e occupazione nell’UE hanno raggiunto il livello più alto mai registrato, e a settembre il tasso di disoccupazione è rimasto al 6% della forza lavoro, vicino al minimo storico.
Anche se alcuni Stati membri hanno assistito a un aumento della disoccupazione, il mercato del lavoro è destinato a rimanere resiliente.  La crescita dell’occupazione nell’UE è prevista all’1,0% quest’anno, per poi scendere allo 0,4% sia nel 2024 che nel 2025. Si prevede che il tasso di disoccupazione nell’UE rimanga sostanzialmente stabile al 6,0% nel 2023 e nel 2024, per poi scendere fino a 5,9% nel 2025.

I deficit pubblici diminuiscono 
Si prevede che l’eliminazione graduale delle misure temporanee legate alla pandemia, la riduzione dei sussidi agli investimenti privati ​​e un minore impatto netto sul bilancio delle misure legate all’energia controbilanceranno la pressione sui saldi di bilancio derivante da un contesto economico meno favorevole e da una maggiore spesa per interessi. Di conseguenza, si prevede che il disavanzo pubblico dell’UE diminuirà leggermente nel 2023, al 3,2% del PIL. E che il continuo contenimento del sostegno fiscale discrezionale ridurrà ulteriormente il disavanzo pubblico dell’UE al 2,8% del PIL nel 2024 e al 2,7% nel 2025. Il principale motore di questo calo sarà probabilmente la considerevole riduzione delle misure legate all’energia l’anno prossimo e la loro eliminazione graduale nel 2025.

Aumentano i rischi e l’incertezza in un contesto di tensioni geopolitiche
L’incertezza e i rischi al ribasso per le prospettive economiche sono aumentati negli ultimi mesi nel contesto della prolungata guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina e del conflitto in Medio Oriente. Finora l’impatto di quest’ultimo sui mercati energetici è stato contenuto, ma esiste il rischio di interruzioni dell’approvvigionamento energetico che potrebbero potenzialmente avere un impatto significativo sui prezzi dell’energia, sulla produzione globale e sul livello generale dei prezzi. Anche gli sviluppi economici nei principali partner commerciali dell’UE, in particolare la Cina, potrebbero comportare rischi. Gli eventi meteorologici estremi come ondate di caldo, incendi, siccità e inondazioni, che hanno imperversato in tutto il continente e oltre con crescente frequenza e portata, illustrano le drammatiche conseguenze che il cambiamento climatico può avere non solo per l’ambiente e le persone colpite, ma anche per l'economia.

Nuovi paesi candidati coperti per la prima volta
Queste previsioni economiche autunnali coprono per la prima volta la Bosnia-Erzegovina, la Moldavia e l’Ucraina, a cui lo scorso anno il Consiglio europeo ha concesso lo status di candidato all’UE. Le previsioni economiche dell’inverno 2024 della Commissione europea aggiorneranno le proiezioni del PIL e dell’inflazione presenti in questa pubblicazione e dovrebbero essere presentate nel febbraio 2024.

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