La prospettiva di breve termine elaborata dalla Commissione Europea per il settore agroalimentare comunitario risente, ancora una volta, del prolungato effetto delle crisi geopolitiche e dei cambiamenti climatici sugli scambi commerciali, sui costi di produzione e trasporto e sulla produttività del settore agricolo. Nonostante un miglioramento sul fronte dei costi di produzione (energia, fertilizzanti e mangimi), questi rimangono significativamente elevati rispetto ai livelli pre-Covid, così come rimane elevato il costo del denaro, impattando la redditività del settore agricolo. Inoltre, gli effetti degli eventi meteorologici estremi pongono sfide significative, differenziate a seconda delle diverse aree geografiche e delle tipologie di produzione all’interno del continente, impattando soprattutto le colture autunno-vernine nel nord Europa; tuttavia, l’imprevedibilità delle condizioni climatiche pone forte incertezza sulle produzioni in tutta la Comunità.
Gli effetti a livello produttivo si manifestano lungo tutta la catena agroalimentare, con impatti sui consumi. Nonostante l’indice dei prezzi si sia stabilizzato a partire da marzo 2023, questo è cresciuto di circa il 43% rispetto al 2015: i livelli dei prezzi rimangono dunque sensibilmente maggiori rispetto agli ultimi anni, in particolare per quanto riguarda i prodotti ortofrutticoli, oli e grassi e zucchero: prezzi elevati, insieme a prospettive poco incoraggianti di crescita economica, si ripercuoteranno sui consumi per tutto il 2024.
Di seguito, un dettaglio sulle prospettive a breve termine relative all’andamento delle principali produzioni comunitarie.
Seminativi
Per quanto riguarda i cereali, le stime indicano una produzione comunitaria 2023/24 pari a 269,8 milioni di tonnellate, +1% rispetto all’anno precedente, mentre per il 2024/25 si prospetta una crescita del +3% annua, per un totale di 278,5 milioni di tonnellate, trainata da un aumento delle superfici destinate a mais e dal miglioramento delle rese per orzo e grano duro, per il quale si attende un calo delle superfici coltivate; in calo, invece la produzione di frumento tenero. Scendono anche i prezzi dei cereali, al di sotto della media degli ultimi 5 anni. Sul fronte commerciale, le stime per il 2023/24 indicano un calo dell’import di mais (-33% su anno), frumento tenero e orzo (-17% per entrambi), mentre crescono le importazioni di frumento duro (+37%); in generale, per il 2023/24 le importazioni comunitarie di cereali si collocano al 17% sopra la media degli ultimi 5 anni, mentre per il 2024/25 ci si attende un ritorno su valori mediani. I consumi rimangono tendenzialmente stabili per il 2023/24 (+0,7% su anno), con una crescita che riguarda soprattutto i cereali per uso industriale (+3,8%); si prevede un andamento analogo per il 2024/25.

Per le oleaginose, l’aumento delle superfici destinate a soia e girasole e delle rispettive rese porta a una crescita delle produzioni di queste due colture che traina l’aumento produttivo del comparto per il 2023/24, che raggiunge le 32,8 milioni di tonnellate complessive (+4,8% rispetto all’anno precedente e +10% rispetto alla media degli ultimi 5 anni); ulteriore crescita prevista per il 2024/25, per cui le previsioni indicano una produzione di 33,2 milioni di tonnellate. Per le colture proteiche, produzioni stabili rispetto alla media degli ultimi 5 anni nel 2023/24, sulle 4,4 milioni di tonnellate, mentre si prospetta un aumento a 5 milioni di tonnellate per il 2024/25, guidato dalla crescita produttiva di pisello e fave (+15% e +12% su base annua) Per quanto riguarda i commerci, in calo per il 2023/24 le importazioni di colza (-18% annuo) e di girasole (-53%), a causa di ridotte importazioni dall’Ucraina, a cui si aggiunge un lieve calo di semi di soia (-2%). In crescita invece l’import di colture proteiche (+17%), soprattutto grazie al pisello (+78%).
In riferimento allo zucchero, la produzione 2023/24 comunitaria è stimata sulle 15,6 milioni di tonnellate, +7% rispetto alla scorsa stagione, dovuta soprattutto a un aumento della superficie destinata a barbabietola da zucchero in Polonia, Ungheria e Romania, e grazie a un aumento delle rese in Italia, Germania e Francia. In crescita anche le esportazioni, per un totale di 1,1 milioni di tonnellate annue, +77% rispetto allo scorso anno. Stabili i prezzi e in crescita i consumi, soprattutto per la produzione di bioetanolo. Per il 2024/25, si prospetta un ulteriore aumento della superficie destinata a barbabietola da zucchero, +2% rispetto all’anno precedente, grazie alle condizioni di mercato favorevoli, con la previsione di un aumento produttivo di +2,3 milioni di tonnellate rispetto al 2023/24.
Colture specializzate
Nel 2023/24, le stime indicano una ripresa della produzione di olio di oliva, in crescita del +7% rispetto all’anno precedente (anche se rimane per circa il 28% al di sotto della media degli ultimi 5 anni), grazie ad aumenti produttivi in Italia (+37%), Spagna (+27%) e Portogallo (+19%), mentre si osserva un calo del -55% della produzione in Grecia, a causa di fitopatie e condizioni meteo avverse. In generale, si osserva un calo della domanda, sia in UE che a livello globale, a causa dei prezzi che rimangono su livelli elevati, per via degli alti costi di produzione. Nell’ultimo anno commerciale, in particolare, la domanda comunitaria di olio di oliva è calata del -20%, per un consumo che, nel 2023/24, scenderà al di sotto delle 1,2 milioni di tonnellate, il minimo storico. Il calo della domanda anche nel resto del mondo incide sull’export dei principali produttori europei, che nel periodo ottobre-febbraio è sceso del -14% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Per il 2023/24, le prospettive indicano un ulteriore calo del -10%. In controtendenza, crescono le importazioni (+20% in ottobre-febbraio), soprattutto da Tunisia, Turchia, Australia e Cile.
Cala la produzione di vino nel 2023/24 (-10% su base annua), per un totale di 143 milioni di ettolitri, il minimo dal 2017/18. I cali si manifestano soprattutto in Italia (-23%) e Spagna (-21%), con incrementi in Francia (+8%) e Portogallo (+11%); in particolare, la riduzione produttiva in Italia è dovuta soprattutto alle piogge nelle regioni centrali e meridionali, oltre che alle fitopatie, mentre in Spagna la produzione è stata compromessa dalla siccità e dalle alte temperature nella regione di Castilla-La Mancha; di conseguenza, la Francia torna a essere il principale paese produttore comunitario. Per i consumi, le previsioni indicano una riduzione del -1,5%, così come calano le esportazioni per il 2023/24 (-11% sull’anno precedente in termini di volume e -8% in termini di valore). In calo anche le importazioni (-14%).
Scende anche la produzione di mele (-6,3% su anno), a causa di raccolti inferiori in Germania, Francia e Polonia per le condizioni climatiche, così come cala, raggiungendo livelli minimi degli ultimi dieci anni, anche la produzione comunitaria di arance (-5,4% su base annua), dovuta a una contrazione del raccolto spagnolo, a causa di condizioni climatiche e siccità, non compensato dall’aumento produttivo in Italia. Per entrambi i prodotti, in calo i consumi, anche se per le arance si segnale un aumento dell’utilizzo per la lavorazione industriale (+2,6%).
Latte e prodotti lattiero-caseari
Dopo il massimo storico raggiunto nel 2022, nel 2023 i prezzi comunitari del latte crudo alla stalla sono scesi nella prima metà del 2023, per poi risalire nel quarto trimestre. All’inizio del 2024, il prezzo è cresciuto ulteriormente stabilizzandosi sopra i 46 €cents/kg, +15% rispetto alla media degli ultimi 5 anni. Le consegne di latte sono rimaste sostanzialmente stabili nel 2023 (+0,3% su base annua), con un’importante variabilità interna all’Unione, che ha visto un calo delle produzioni in alcuni paesi, tra cui Italia, Francia e Irlanda, a fronte di una crescita che ha riguardato Belgio, Germania e Polonia, tra gli altri. In calo, nel 2023, la consistenza degli allevamenti, con una contrazione del -1,7% del numero di capi; dall’altro lato, il miglioramento delle condizioni meteo rispetto all’anno precedente e la migliore disponibilità di alimenti per il bestiame hanno portato a un aumento delle rese (+1,8%) e della concentrazione di solidi. Per il 2024, le prospettive – assumendo normali condizioni meteo – indicano un aumento delle rese (+0,9% su base tendenziale), controbilanciato da una riduzione del numero di capi (-0,5%), per un aumento produttivo del +0,4%.

In relazione ai prodotti derivati, la produzione di formaggio rimane la destinazione principale del latte consegnato, in crescita del +1,4% nel 2023 in termini di volume; grazie ai prezzi competitivi, salgono le esportazioni comunitarie di formaggi (+3,6% in termini di volume e +5,3% in termini di valore), mentre calano le importazioni (-6,9%). Per il 2024, le produzioni di formaggio sono previste in ulteriore aumento (+0,7%), così come i volumi esportati (+2,5%). Previsto in crescita anche il consumo interno (+0,4%), grazie al rallentamento dell’inflazione e all’abbassamento dei costi di trasformazione).
Continua la crescita della produzione di siero (+1,2% nel 2023 rispetto all’anno precedente), spinta soprattutto dalle esportazioni, che crescono del +4,2%, mentre il consumo interno cala del -0,3% su base tendenziale. Nel 2024, le stime indicano un’ulteriore crescita produttiva (+0,9%), guidata ancora dall’aumento dell’export (+2,5%), mentre il consumo interno dovrebbe stabilizzarsi.
Per quanto riguarda le polveri di latte, il 2023 ha visto un calo del -5,4% della produzione di latte scremato in polvere e del -5% del latte intero in polvere, ma un aumento delle esportazioni di entrambi i prodotti (+10% per lo scremato e +12% per l’intero), soprattutto verso Algeria e altri paesi del Nord Africa, Asia e Medio Oriente. Ancora debole la domanda cinese, anche per effetto competitivo da parte della Nuova Zelanda. A causa di questa situazione, per il 2024 si stima una riduzione dell’export di latte intero in polvere del -1%, mentre le esportazioni di latte scremato in polvere sono previste ancora in aumento, ma a un tasso inferiore (+1%). Inoltre, il prezzo e l’utilizzo delle polveri di latte, per il 2024, potrebbe essere condizionato dal forte aumento del prezzo del cacao, dato che le polveri di latte sono utilizzate soprattutto per la produzione di cioccolato; per questa ragione, per il 2024 si prevede una contrazione dei consumi interni sia di latte scremato in polvere (-5,3%) sia di latte interno in polvere (-2%).
In crescita, nel 2023, la produzione di burro (+1,5%), grazie a una maggiore competitività dei prezzi del prodotto europeo, che vede un aumento del +15% delle esportazioni; per il 2024, si prevede un ulteriore aumento, anche se più contenuto, dei volumi esportati (+1,5%); allo stesso modo, le stime indicano anche una crescita del consumo interno (+0,1%).
In riferimento ai prodotti freschi, nel 2023 si osserva un aumento delle produzioni di panna (+1,5%) e latte alimentare (+0,3%), mentre calano del -5,5% i consumi, soprattutto per un calo della domanda cinese.
Carni
La produzione di carne bovina cala del -3,9% nel 2023, soprattutto per cali produttivi in Italia, Francia e Polonia. In calo anche le consistenze degli allevamenti, con possibili impatti sulla produzione futura; per questo, le previsioni indicano un’ulteriore riduzione del -2,3% delle produzioni di carne bovina comunitarie nel 2024. Nonostante gli alti prezzi, le importazioni (-1,1%) non compensano la ridotta produzione, a causa di una riduzione dei consumi del -4,7% nel 2023 e, in previsione, del -2,8% nel 2024.
In calo anche la produzione di carne suina, del -6,6% nel 2023, con riduzioni in Danimarca, Germania, Paesi Bassi e Spagna. Dall’altro lato, a dicembre 2023 si osserva un aumento, di 170.000 capi, delle consistenze degli allevamenti, situazione che potrebbe essere prodromica a una ripresa delle produzioni, anche se non nell’immediato, dato che le previsioni indicano una contrazione produttiva del -0,4% anche per il 2024. I prezzi poco competitivi del suino europeo hanno portato, nel 2023, a una riduzione del -24,6% delle esportazioni, anche per effetto di una ripresa delle produzioni in Cina per cui il paese asiatico ha ridotto i volumi importati. Inoltre, l’UE ha visto la perdita di importanti fette di mercato negli Stati Uniti, Giappone, Australia e Filippine per effetto competitivo degli USA e del Brasile; solo le esportazioni verso il Regno Unito hanno visto un aumento (+1,4%).
Si osserva inoltre una ripresa della produzione di carne avicola (+2,3% nel 2023 sul 2022), supportata da una ripresa dei consumi interni (+3%), anche grazie a prezzi più favorevoli. Il prodotto europeo, in genere, rimane poco competitivo all’estero, con un calo delle esportazioni del -3,7% nel 2023 e una riduzione prevista del -1% per il 2024.
Infine, in calo del -5% su base annua la produzione di carne ovicaprina per il 2023, con un andamento simile previsto per il 2024 (-4,9%). In calo anche il consumo pro-capite interno, del -3,3% su base annua nel 2023 e, in previsione, del -3,5% nel 2024. In calo del -13% le esportazioni nel 2023, soprattutto per una riduzione verso i paesi del Medio Oriente, mentre tiene l’export verso il Regno Unito.
Maggiori dettagli nel report in allegato.