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UE, le prospettive di breve termine per il settore agroalimentare

UE, le prospettive di breve termine per il settore agroalimentare

Aggiornate le previsioni della Commissione Europea per la stagione 2024/25

La prospettiva di breve termine elaborata dalla Commissione Europea per il settore agroalimentare risente, ancora una volta, delle sfide legate alla congiuntura internazionale, caratterizzata da tensioni geopolitiche e commerciali, e agli effetti dei cambiamenti climatici sulle produzioni agricole. Nonostante questi fattori di incertezza, i mercati agroalimentari mostrano segnali di un parziale ritorno alla stabilità, in un contesto economico europeo che prosegue nella traiettoria di ripresa verso livelli di crescita pre-Covid. Si registra, infatti, un ritorno dell’inflazione a tassi contenuti, con effetti positivi sui costi dei mezzi di produzione (energia, fertilizzanti e mangimi) e, di conseguenza, sui prezzi dei prodotti agroalimentari che, seppur con alcune eccezioni che riguardano olio d’oliva, zucchero e prodotti vegetali, vedono una generale ripresa della domanda. Tuttavia, gli effetti degli eventi meteorologici estremi, in particolare sul comparto cerealicolo, possono comportare ulteriori sfide nei prossimi mesi, soprattutto per quanto riguarda i volumi produttivi.

Di seguito, un dettaglio sulle prospettive a breve termine relative all’andamento delle principali produzioni comunitarie.

 

Seminativi

Per quanto riguarda i cereali, le stime indicano una produzione comunitaria 2024/25 pari a 260,9 milioni di tonnellate, -3% rispetto all’anno precedente, a causa soprattutto degli effetti delle condizioni meteorologiche estreme sulle rese, oltre che della riduzione della superficie coltivata. Nel dettaglio delle diverse colture, si riduce del -9,5% su base annua la produzione comunitaria di frumento tenero, a causa delle eccessive precipitazioni invernali e primaverili in Francia, Germania e Benelux che hanno compromesso il raccolto, mentre le ondate di calore e la siccità nelle regioni mediterranee hanno comportato un calo del -4% della produzione di mais. In rialzo invece, sempre rispetto alla stagione scorsa, le produzioni di orzo e frumento duro, in crescita del +6% e del +3%, rispettivamente, così come dell’avena, che vede un aumento produttivo su base annua del +37%. Le stime indicano che la contrazione delle produzioni si tradurrà in una riduzione delle esportazioni del -22% su base annua, mentre caleranno anche le importazioni del -7%; in contrasto, si prevede una domanda interna sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno, anche da parte dell’industria zootecnica.

 

 

 

 

Per le oleaginose, le stime indicano una produzione complessiva, per la stagione 2024/25, pari a 29,7 milioni di tonnellate, in calo del -8% rispetto al raccolto dell’anno precedente. La contrazione è dovuta alla ridotta produzione di soia e girasole, rispettivamente -13% e -3% rispetto ai livelli dello scorso anno, a causa della riduzione delle superfici destinate a colza e delle rese medie, sia di colza che di girasole, condizionate dagli effetti meteorologici. In rialzo, invece, le stime produttive per la soia, in conseguenza dell’espansione della superficie coltivata. Sul fronte dei commerci, si prospetta un aumento delle importazioni di colza e semi di soia e un calo degli acquisti di semi di girasole.

 

Colture specializzate

Nel 2024/25, le stime indicano una forte ripresa della produzione di olio di oliva, in crescita del +32% rispetto all’anno precedente, che torna così sui livelli storici dopo il crollo degli ultimi anni. In particolare, la produzione comunitaria stimata è di 2 milioni di tonnellate, grazie ad aumenti produttivi in Spagna (+50% rispetto al 2023/24) Grecia e Portogallo, mentre le previsioni indicano una contrazione del prodotto italiano, a causa della siccità e delle ondate di calore estreme nelle regioni meridionali del paese. I prezzi, dopo il forte aumento degli ultimi due anni in conseguenza al calo produttivo, hanno raggiunto il picco nel mese di gennaio (903 €/100 kg per l’extravergine spagnolo), per poi scendere lentamente e consolidarsi nel corso del 2024, su livelli circa doppi rispetto alla quotazione media degli ultimi cinque anni, mentre si stima che gli aumenti di produzione dell’annata in corso possano trainare al ribasso i prezzi, con un aumento del consumo atteso del +7% rispetto allo scorso anno. Allo stesso modo, è prevista una ripresa dei commerci, con le esportazioni di olio europeo stimate in crescita del +10% su base tendenziale e una riduzione delle importazioni del -7%.

Cala la produzione di vino nel 2023/24 (-1% su base annua), che si attesta su livelli del -7% inferiori alla media degli ultimi cinque anni. In particolare, si stima una riduzione della produzione in Francia, a causa delle fitopatie, mentre si registrano aumenti, seppur con importanti variabilità interne, per le produzioni spagnole e italiane, quest’ultima +7% rispetto allo scorso anno. Prosegue il trend in declino dei consumi, del -3% rispetto all’anno precedente, così come si osserva un calo generale dei commerci a livello globale, dove i vini europei registrano una riduzione delle esportazioni del -4% rispetto allo scorso anno, sia in volume che in valore. In particolare, scendono le esportazioni di vini francesi e spagnoli, a causa della ridotta domanda da parte di Stati Uniti, Russia e Cina, mentre si osserva una generale stabilità delle esportazioni di vini italiani, tra i quali salgono le vendite estere di vini in bottiglia. Scendono anche le importazioni all’interno della Comunità, con una variazione annua del -5%.

In calo anche la produzione comunitaria di mele, prevista per un volume complessivo, per la stagione 2024/25, di 10,1 milioni di tonnellate, il -10% rispetto allo scorso anno e il valore minimo dalla campagna 2017/18, a causa degli effetti delle condizioni meteorologiche avverse.

 

Latte e prodotti lattiero-caseari

Le previsioni per il 2024 indicano una leggera crescita delle consegne di latte a livello comunitario rispetto all’anno precedente (+0,5%), nonostante la produzione di nazioni come Paesi Bassi e Irlanda sia stata impattata dagli effetti delle condizioni meteorologiche sfavorevoli sulla disponibilità di foraggi, mentre si stima un aumento del latte raccolto in Italia, Francia, Spagna e Polonia. Prosegue il declino del numero di capi a livello europeo (-0,3% rispetto al 2023), mentre aumentano del +0,9% annuo le rese. Per il 2025, le stime indicano un ulteriore aumento delle rese (+1%) e il proseguimento nel declino del numero di capi (-0,7%), per volumi di consegna in rialzo del +0,3% su base tendenziale.

A partire dalla fine del 2023, i prezzi del latte alla stalla si sono sostanzialmente stabilizzati, raggiungendo livelli ben al di sopra dei livelli storici (46,9 €/100 kg ad agosto, +17% rispetto alla media degli ultimi cinque anni). In generale, la stabilizzazione dei prezzi degli input e i livelli elevati del prezzo del latte alla stalla dovrebbero favorire la marginalità per gli allevatori nel corso dell’anno.

In relazione ai prodotti derivati, la produzione di formaggio rimane la destinazione principale del latte consegnato, in crescita del +2,1% nel 2024 in termini di volume; grazie ai prezzi competitivi, salgono le esportazioni comunitarie di formaggi (+2% in termini di volume), mentre riprendono le importazioni, soprattutto da Regno Unito e Svizzera. Per il 2025, le produzioni di formaggio sono previste in ulteriore aumento (+0,5%), così come i volumi esportati (+1%).

Continua la crescita della produzione di siero (+1% nel 2024 rispetto all’anno precedente), spinta soprattutto dalle esportazioni, che crescono del +3%, mentre il consumo interno rimane stabile su base tendenziale. Nel 2025, le stime indicano un’ulteriore crescita produttiva (+0,7%), guidata ancora dall’aumento dell’export (+2%), mentre il consumo interno dovrebbe stabilizzarsi.

Per quanto riguarda le polveri di latte, il 2024 vede un leggero calo del -0,1% su base annua della produzione di latte scremato in polvere e, d’altra parte, una forte riduzione del -15% del latte intero in polvere. Rispetto ai livelli record del 2023, calano del -5% le esportazioni di latte scremato, sia in polvere che intero. Ancora debole la domanda cinese, anche per effetto competitivo da parte della Nuova Zelanda.

In riferimento al burro, il 2024 ha registrato una forte crescita dei prezzi a livello europeo, superando la quota dei 7 €/kg, a causa dell’offerta ridotta e della domanda stabile. Le stime indicano, per il 2024, una riduzione della produzione comunitaria di burro del -1,6% rispetto allo scorso anno e delle esportazioni (-4%), a causa dei prezzi elevati.

In riferimento ai prodotti freschi, nel 2024 si osserva un aumento delle produzioni di panna e yogurt (+2%) e latte alimentare (+0,3%), mentre calano del -3% i volumi esportati, soprattutto per un calo della domanda cinese.

 

 

Carni

La produzione di carne bovina è aumentata del +3% nel corso della prima metà del 2024, soprattutto per le produzioni in crescita in Italia (+9%) e Polonia (+20%), guidate dall’aumento della domanda in alcuni mercati esteri, tra cui la Turchia. Tuttavia, le stime indicano una contrazione delle produzioni del -0,5% entro la fine dell’anno, un trend che, secondo le stime, proseguirà anche nel 2025 con un calo del -1% su base annua. L’elevato livello dei prezzi, secondo le previsioni, provocherà un ulteriore ribasso del consumo pro-capite di carne bovina, con stime che indicano una riduzione del -1,7% annuo. Crescono le esportazioni comunitarie (+17% nel primo semestre e, secondo le stime, +10% nella seconda parte dell’anno), mentre calano le importazioni.

In crescita anche la produzione di carne suina, del +1,7% nel 2024, con tassi di crescita sostenuti in Polonia (+9% su base annua) e Ungheria (+8,3%). L’aumento dell’offerta, insieme alla stabilizzazione della domanda interna, ha portato a un calo dei prezzi europei della carne suina, anche se il prezzo medio rimane ben al di sopra dei livelli degli ultimi cinque anni, con effetti ancora negativi sulle esportazioni, che nel primo semestre dell’anno registrano un -6% su base tendenziale, anche a causa della domanda in calo da parte della Cina. Per il 2025, le stime indicano un calo generale delle vendite del prodotto comunitario sui mercati extraeuropei del -2% annuo.

Prosegue la ripresa della produzione di carne avicola (+4,7% nel primo semestre2024 sul 2023), con le stime che indicano una crescita del +0,9% nel 2025 su base annua, supportata da una ripresa dei consumi interni, anche grazie a prezzi più favorevoli nonostante la crescita registrata nei primi sei mesi dell’anno. In calo le importazioni europee nel primo semestre 2024, con le stime che indicano una riduzione annuale complessiva del -0,5% rispetto al 2023, mentre le esportazioni sono cresciute del +11% tra gennaio e giugno con un rallentamento atteso nella seconda metà dell’anno, che comunque secondo le stime registrerà una crescita del +3% rispetto all’anno precedente, con un trend atteso in crescita anche per il 2025.

Infine, in calo del -7,4% su base annua la produzione di carne ovicaprina per il primo semestre 2024, con un andamento simile previsto anche per il resto dell’anno (-5%), mentre si prospetta un miglioramento, seppur con una generale riduzione, per il 2025 (-1%). In calo anche il consumo pro-capite interno, del -3,2% su base annua nel 2024 e, in previsione, del -0,6% nel 2025. In contrazione del -10% le esportazioni nel 2024, soprattutto per una riduzione verso i paesi del Medio Oriente, mentre si prevede una contrazione del -2% dell’export nel 2025.

Maggiori dettagli nel report in allegato.

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