Per gli agricoltori la polizza assicurativa resta uno strumento cardine per la copertura delle perdite di produzione causate da eventi atmosferici avversi. Emerge dal Rapporto sulla gestione del rischio nella percezione delle grandi aziende agricole assicurate, basato su una indagine condotta da ISMEA su un panel di 500 operatori con valori assicurati superiori a 300.000 euro, che mette in luce la diffusa consapevolezza tra gli operatori del settore agricolo sull'importanza di adottare strumenti e strategie di prevenzione dei rischi, sia climatici sia economico-finanziari.
I risultati evidenziano una diffusa cultura della prevenzione tra gli intervistati (chi si assicura lo fa a scopo cautelativo), con solo il 10% delle aziende che denota un atteggiamento di carattere opportunistico, motivando il ricorso alle polizze con l'aspettativa di ottenere un vantaggio economico dalla frequenza e dall'entità dei risarcimenti. Il contributo pubblico, fino al 70% sul premio, rappresenta un importante incentivo, ma un'eventuale riduzione del sostegno non porterebbe all'abbandono dello strumento per una buona metà delle aziende del campione.
L'analisi ha puntato ad acquisire proposte e suggerimenti per lo sviluppo delle politiche in materia di gestione del rischio in agricoltura, individuando nello specifico i punti di forza e di debolezza dell'attuale sistema assicurativo e i fabbisogni delle aziende per fronteggiare i rischi: in particolare è emerso che
un'azienda su quattro individua nella semplificazione e nella trasparenza dei contratti assicurativi gli elementi cruciali per incrementare il ricorso alle assicurazioni agricole agevolate. Ma c'è bisogno di correttivi a partire dalle franchigie, ritenute il principale elemento di criticità, e di una revisione delle modalità di perizia per un'adeguata quantificazione delle perdite economiche derivanti non solo dal calo di resa ma anche dal danno di qualità, oggi limitata a poche colture.
Ampio il consenso sull'ipotesi di introdurre, con la riforma della Politica agricola comune, una copertura obbligatoria contro gli eventi catastrofali (gelo, siccità e alluvione) a garanzia di tutte le aziende agricole italiane, fenomeni meno frequenti della grandine o dell'eccesso di pioggia, ma con potenziali di danno molto elevati. È emersa anche la necessità di una semplificazione dell'attuale iter burocratico, strumentale soprattutto all'abbattimento dei tempi di erogazione dei contributi e alla riduzione degli adempimenti in capo agli agricoltori, come già riscontrato in precedenti indagini sul tema. Suggerita inoltre l'opportunità di ampliare il ventaglio delle avversità, includendo i danni da fauna selvatica, e di rimodulare a livello territoriale le finestre temporali di copertura assicurativa, oggi "tarate" sulle specifiche esigenze delle regioni del Nord Italia.