Economia e mercati

Agroalimentare, ISMEA: cresce l’export del Made in Italy

Agroalimentare, ISMEA: cresce l’export del Made in Italy

Nonostante la pandemia, l’export nazionale dei prodotti agroalimentari registra un + 1,7% nel 2020

Nel 2020 cresce l’export nazionale dei prodotti agroalimentari, segnando un + 1,7% rispetto al 2019 e oltrepassando la soglia di 46 miliardi di euro. Si mantiene quindi su un terreno positivo, nonostante l’adozione di misure di contenimento adottate in maniera diffusa in tutto il mondo, per arginare la diffusione della pandemia. Misure che hanno determinato un rallentamento degli scambi internazionali e quindi anche delle esportazioni italiane di prodotti agroalimentari. Viene messo in luce nel Report Ismea “Scambi con l’estero – La bilancia agroalimentare nazionale nel 2020”, in cui si sottolinea anche che a fronte del netto calo delle importazioni, il saldo commerciale, strutturalmente in deficit, lo scorso anno ha registrato un surplus di circa 3 miliardi di euro.

I Paesi di destinazione
Il principale mercato di destinazione per l’export nazionale rimane la Ue, con acquisti durante lo scorso anno pari a poco più di 29 miliardi di euro, in aumento dell'1,4% rispetto l'anno precedente. Nel dettaglio, sul fronte europeo, nel 2020 le esportazioni verso la maggior parte dei paesi UE hanno registrato tassi di crescita positivi, con particolare riferimento a Germania, Belgio, Polonia; in calo, invece, risultano le esportazioni verso la Spagna. L'incremento più consistente delle richieste di prodotti agroalimentari italiani deriva tuttavia dai paesi Terzi: le esportazioni dirette verso i paesi extra-UE nel 2020, sono cresciute del 4,4% su base annua attestandosi a circa 16,8 miliardi di euro; gli incrementi maggiori si sono osservati per Ucraina (+32,4% per 373 milioni di euro) e Cina (+16,3% per 513 milioni di euro). È da evidenziare anche la crescita delle esportazioni di prodotti agroalimentari italiani verso gli USA (+5,4% per 4,9 miliardi di euro), che rappresenta il terzo mercato di sbocco in assoluto di prodotti agroalimentari italiani e il primo tra i paesi Terzi.

I prodotti
Tra i segmenti produttivi di maggior successo all'estero si segnalano le paste alimentari, i pomodori trasformati, le mele, l'uva da tavola, il kiwi e l'olio di oliva; al contrario, si sono ridotte le esportazioni di vini e formaggi stagionati.  Questi risultati appaiono coerenti con i cambiamenti delle abitudini di consumo causati dalla emergenza sanitaria mondiale che ha determinato una maggiore domanda di prodotti per il consumo in casa (soprattutto pasta, trasformati di pomodori, ortofrutta e latticini) e la contrazione degli acquisti da parte della ristorazione (spumanti e vini di qualità, formaggi stagionati). Entrando nel dettaglio, per i formaggi è da evidenziare un andamento contrapposto per tipologie di prodotto: sono risultate in flessione le esportazioni dei formaggi stagionati (-7,6% per poco più di 1,5 miliardi di euro), mentre sono aumentate quelle dei formaggi freschi (+3% per 941 milioni di euro).
Per gli altri prodotti, le esportazioni delle paste alimentari hanno segnato un incremento annuo del 15,5% portandosi a 3,1 miliardi di euro nel 2020. Lo scorso anno sono cresciute anche le esportazioni di pelati e passate di pomodoro (+9,7% per 1,1 miliardi di euro) e, riguardo i prodotti frutticoli, le spedizioni di uva da tavola (+12,8% per 720 milioni di euro), mele (+13,0% per 833 milioni di euro), kiwi (+2,4% per 461 milioni di euro). Nel 2020 è aumentato anche il fatturato all’estero dell’olio di oliva per un valore pari a 1,2 miliardi di euro (+6,4%). Al contrario, il 2020 ha evidenziato performance negative per le esportazioni di vini (-2,3% per 6,3 miliardi di euro).


In allegato il Report Ismea


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