Un gruppo di aziende internazionali insieme in campo per contrastare le disuguaglianze sociali: hanno fondato da poco una coalizione, chiamata Business for Inclusive Growth (B4IG), avviata in collaborazione con l'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) e guidata dal Ceo di Danone, Emmanuel Faber. Fra le 34 società multinazionali finora iscritte all'iniziativa, non manca il comparto agroalimentare, rappresentato, fra le altre da Unilever, Agropur e Sodexo. Tutte le imprese che hanno sottoscritto l’accordo si sono impegnate a combattere le disuguaglianze e promuovere la diversità nei loro luoghi di lavoro e nell’intera filiera di approvvigionamento.
L'OCSE avrà il compito di gestire un programma triennale. Le aziende, da parte loro, hanno individuato circa 50 progetti già esistenti, che rappresentano oltre 1 miliardo di euro in finanziamenti privati e includono diversi campi: dall’infanzia, all'aumento della partecipazione delle donne nel mondo del lavoro, al sostegno delle piccole imprese e all'accelerazione dell'integrazione dei rifugiati nella forza lavoro. I membri della coalizione cercheranno di accelerare, ampliare e replicare progetti già esistenti, per ampliare in modo significativo il loro impatto sociale. Il programma sarà sostenuto dall'incubatore B4IG, una piattaforma in cui le aziende possono condividere e replicare nuovi approcci e un forum di finanziamento della crescita inclusivo, volto a costruire maggiori sinergie tra flussi di finanziamento privati e pubblici.
Secondo Faber, "una serie di disuguaglianze che non erano visibili 15 anni fa, sono ora non solo pienamente visibili, ma lo sono istantaneamente e in qualsiasi parte del mondo a causa della fluidità degli strumenti social. Questo significa anche che è in continua evoluzione il concetto di disuguaglianza”. Questo implica un discorso che coinvolge e mette in primo piano anche le imprese. Perché, ne è convinto il Ceo di Danone, “le disuguaglianze non dovrebbero essere affrontate dalle imprese come un tentativo di fare del bene, ma più semplicemente questa è la strada da percorrere se si vuole rimanere rilevanti come aziende”.
Il comparto alimentare ha un onere particolare in questo contesto, poiché il cibo è un indicatore fondamentale per valutare la disuguaglianza. Tanto che, spiega il Ceo Faber, non si può dimenticare che le Nazioni Unite hanno dichiarato che il diritto all’acqua e al cibo sono diritti umani fondamentali. E un numero crescente di nuovi amministratori delegati nelle aziende sta prendendo in considerazione questo aspetto nelle nuove strategie e nelle priorità aziendali.