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Coronavirus, dalla Corte dei Conti Ue un parere sull’utilizzo dei fondi strutturali

Coronavirus, dalla Corte dei Conti Ue un parere sull’utilizzo dei fondi strutturali

Secondo la Corte dei Conti Ue l’utilizzo dei fondi strutturali dell’UE per contenere la pandemia di Covid-19 richiede un equilibrio tra maggiore flessibilità e rispetto dell’obbligo di rendiconto. Lo mette in chiaro in un parere sulla modifica del regolamento dell’UE che disciplina l’impiego dei Fondi strutturali e di investimento europei in risposta alla pandemia.

La Commissione europea ha proposto un temporaneo allentamento delle norme che disciplinano la spesa di quei fondi e investimenti per aiutare gli Stati membri a contenere gli effetti dell’emergenza Coronavirus. Certo, il sostegno dell’UE deve essere messo a disposizione degli Stati membri nel più breve tempo possibile, ma secondo la Corte dei conti europea un allentamento delle procedure esistenti non è esente da rischi.

La proposta della Commissione è parte della risposta dell’UE alla crisi Covid-19. In particolare, come misura eccezionale, sono state proposte nuove norme per trasferire più rapidamente i fondi SIE agli Stati membri e concedere loro maggiore flessibilità nel dirigere il sostegno dell’UE là dove è maggiormente necessario. Ad esempio, le nuove norme consentirebbero agli Stati membri di richiedere un finanziamento dell’UE al 100 % senza alcun apporto da parte loro a titolo di co-finanziamento o senza dover destinare una quota fissa a settori fondamentali specifici come la ricerca o il clima. Inoltre, gli Stati membri potrebbero trasferire più agevolmente i finanziamenti da un programma all’altro e da una regione all’altra, e decidere autonomamente dove concentrarli.

“La situazione attuale richiede di mobilitare con urgenza tutte le risorse finanziarie disponibili per affrontare gli effetti della pandemia di Covid-19 sulla salute, sulle imprese e sui cittadini - ha dichiarato Iliana Ivanova, il Membro della Corte responsabile per il parere  - La risposta a breve termine proposta dalla Commissione è necessaria per aiutare gli Stati membri a contenere gli effetti della crisi, ma occorre trovare un giusto equilibrio e questa proposta non dovrebbe condurre ad accettare compromessi sostanziali in termini di rendicontablità della spesa”.

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