In Francia, il Consiglio di Stato ha annullato l’obbligo di indicare in etichetta l’origine del latte e delle carne, usati nei prodotti trasformati, pronunciandosi così su un’azione legale mossa dal gruppo Lactalis, che ha presentato ricorso contro un decreto del governo francese.
Il governo nel 2016 aveva introdotto questo obbligo in via sperimentale, prorogandolo fino al 31 dicembre 2021. Il gruppo Lactalis ha presentato ricorso ritenendolo in contrasto con il regolamento Ue n. 1169 del 25 ottobre 2011 relativo all'informazione dei consumatori sulle derrate alimentari. Il Consiglio di Stato ha richiamato nella sentenza una decisione della Corte di Giustizia del 2020, secondo la quale gli Stati membri possono imporre l'obbligo di indicare l'origine dei prodotti solo se sussistono contestualmente due condizioni. Da un lato, «che la maggior parte dei consumatori attribuisce un'importanza significativa alle informazioni» sull'origine dei prodotti; dall'altro, «l'esistenza di un legame provato tra le proprietà del prodotto e la sua origine e provenienza».
Il governo francese, durante il dibattimento, ha presentato i risultati di alcuni sondaggi sull'importanza che i consumatori attribuiscono all'origine dei prodotti. Non ha però portato prove in merito «all'esistenza di una proprietà oggettiva del latte da collegare alla sua origine geografica». Di conseguenza, il decreto del 2016 e i successivi provvedimenti di proroga sono stati annullati per eccesso di potere.
Non sono mancate le reazioni critiche del mondo agricolo contro questa sentenza, come riporta Agrisole. «La decisione del Consiglio di Stato rappresenta un passo indietro inaccettabile», ha sottolineato in una nota la Fnsea, l'organizzazione più rappresentativa degli agricoltori francesi. Il risultato pratico è quello di «impedire ai consumatori di conoscere l'origine dei prodotti e di scegliere liberamente». Al governo è stato chiesto di «fare ogni sforzo per ripristinare l'obbligo» di indicazione dell'origine.
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