Economia e mercati

Import grano ucraino, ancora aperta la disputa in Europa

Import grano ucraino, ancora aperta la disputa in Europa

Stop all’embargo dalla Commissione Ue, ma tre Paesi hanno deciso di continuare con il blocco delle importazioni agroalimentari dall’Ucraina

Lo scorso 15 settembre dalla Commissione europea è arrivato lo stop alle restrizioni sulle importazioni di grano, mais, semi di colza e semi di girasole dall'Ucraina, verso Bulgaria, Polonia, Slovacchia, Ungheria e Romania. Le misure limitavano l'ingresso delle materie prime alimentari ai soli casi di transito dei cereali ucraini nei cinque Paesi dell'Europa dell'Est e l’embargo era in vigore dal 2 maggio.

La Bulgaria e la Romania si sono adeguate alla decisione della Commissione, mentre Polonia, Slovacchia e Ungheria hanno deciso di continuare con il blocco delle importazioni agroalimentari dall’Ucraina, adottando a livello nazionale appositi provvedimenti. Scatenando non poche reazioni. L’Ucraina ha annunciato di aver avviato le procedure per ricorrere all’Organizzazione mondiale del commercio (Wto) contro le decisioni dei tre Stati membri. E critiche sulla scelta dei tre Paesi sono state sollevate anche da Francia e Germania.

Sul tema è intervenuta anche Luis Planas, che detiene la presidenza di turno Ue, che nei giorni scorsi ha dichiarato: “Credo sia un errore, nonché incompatibile con il diritto Ue, che alcuni Stati membri decidano misure unilaterali" restrittive delle importazioni di derrate agricole ucraine.

Al momento, però, secondo quanto riporta Agrisole, non sono in programma iniziative immediate della Commissione Ue per contestare legalmente le decisioni delle autorità di Polonia, Slovacchia e Ungheria. È emerso dalle discussioni che si sono svolte il 18 settembre, a Bruxelles, nel corso della sessione del Consiglio Agricoltura Ue.

In queste ore i servizi dell’Esecutivo di Bruxelles stanno esaminando i provvedimenti dei tre Stati membri citati. Inoltre, occorrerà verificare il rispetto degli impegni assunti dal governo ucraino di varare, entro trenta giorni, un sistema di controllo delle esportazioni verso il mercato europeo. In cambio della revoca delle restrizioni l’Unione Europa ha infatti chiesto a Kiev di adottare tutte le misure per prevenire distorsioni sui mercati nei Paesi membri confinanti ed evitare che le merci in eccessi in transito o comunque destinati ai Paesi confinanti possano far crollare i prezzi dei prodotti locali, a danno degli agricoltori. 

Insomma, sottolinea AgriSole, se ne potrebbe riparlare dopo le elezioni in programma a fine settembre in Slovacchia e il 15 ottobre in Polonia, come è stato fatto notare da alcune delegazioni.

 

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