Si registra un +6,4% a livello europeo a volume
In crescita l’export di formaggi nei primi quattro mesi del 2023, con un +2,6% a livello globale e un +6,4% a livello europeo a volume, (rispetto allo stesso periodo del 2022) ed un +19,3% a livello globale e +24,6% a livello EU a valore. Prosegue, invece, il calo, (-5,6%) dell'export italiano extra-UE a volume, nonostante la continua crescita in termini monetari (+9,6%). Lo segnale l'ultimo Report dell'Istat.
Le principali categorie casearie trainanti a volume sono i formaggi freschi (+10,4%), i grattugiati (+5,7%) e mozzarella (+1,1%), mentre si registrano variazioni negative per la categoria Grana e Parmigiano (-2,7%), Provolone (--5,3%) e Asiago (-12%) e Gorgonzola (-1,3%). A valore tutte le categorie segnano variazioni di crescita a doppia cifra, tranne la categoria Grana e Parmigiano (+7%).
Sul fronte Paesi, per quanto riguarda le esportazioni verso i Paesi europei si registrano variazioni positive in tutte le principali destinazione con Polonia (+23,9%), Spagna (+14,2%) e Germania (+9,5%) che trainano la crescita tranne per il Belgio (-2,6%). Si registra invece una brusca battuta di arresto principalmente per tutti i principali Paesi extra UE importatori come Corea del Sud (-24,3%), Canada (-28,5%), Cina (-18,1%), Giappone (-7,3%), Stati Uniti (-10%) e UK. A valore tutti i Paesi europei segnano performance positive di crescita a doppia cifra, mentre per i principali Paesi extra UE si registrano crescita sostanziali, anche se più contenute, con Canada e Corea del Sud che però riportano variazioni negative, rispettivamente del --18,2% e del -15,2%.
In Europa il principale Paese destinazione di esportazioni casearie italiane è la Francia che registra un +5,8% a volume trainato da formaggi freschi (+13,3%), grattugiati (+8,2%) e Provolone (+4,0%) mentre categorie come Grana e Parmigiano e Gorgonzola (-2,5% e -3,2% rispettivamente) e Pecorino e Asiago (-17,7% e -11,3% rispettivamente) frenano l'export oltralpe. A valore si registra un +21,7%, con tutte le categorie dei formaggi che registrano variazioni a doppia cifra, tranne Pecorino (+6,6%) e Asiago e simili che registrano un +9,6%.
In America, gli Stati Uniti registrano un +1,6% a valore nonostante una battuta d'arresto nell'ordine del -10% a volume, trainati da mozzarella (+54,8% a valore; +34,8% a volume), Gorgonzola (+42% a valore; +315,4% a volume), Asiago e simili (+34% a valore; +8,6% a volume) e grattugiati (+25% a valore; +10,1% a volume). Frenata per Grana e Parmigiano (-5,2% a volume; -3,3% a valore), Pecorino (-15,1% a volume; -12,8% a valore) e Provolone (-3,8% a volume; +18,3% a valore).
In Asia, invece, nessun principale Paese importatore registra variazioni positive di crescita a volume, mentre a valore Giappone registra un +6,5% e la Cina +3%. Il Giappone, prima destinazione asiatica in questo primo trimestre 2023, registra la battuta di arresto a volume più contenuta (-7,3%) bilanciata da una crescita nell'ordine del +6,5% a valore, trainata principalmente da Gorgonzola (+32,5% a volume; +14,6% a valore), mozzarella (+3,1% a volume; +19,2% a valore), Provolone (+97,4% a volume; +155% a valore) e Asiago (+325,5% a volume; +303,7% a valore).
Considerando il solo mese di aprile 2023, si ha una frenata del -0,8% dell’export dei formaggi a volume a livello globale, sostenuta però da una crescita del +4,8% in UE. A valore, invece, si ha un +11,5% a livello globale, con un +19,2% in UE e sostanziali variazioni positive per i principali Paesi extra-UE importatori. Uniche variazioni negative sono registrate per gli Stati Uniti (-19,9%), Giappone (-2,9%) e Cina (-1,3%).
In allegato il dettaglio dei dati sull'export dei formaggi italiani