Economia e mercati

Per l’export di formaggi a febbraio + 2,4 % a livello globale

Per l’export di formaggi a febbraio + 2,4 % a livello globale

Report Istat su “Commercio con l’estero e prezzi all’import”

A marzo 2023 si stima una flessione congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l’estero, più intensa per le importazioni (-6,5%) che per le esportazioni (-2,3%). La diminuzione su base mensile dell’export è sostanzialmente dovuta al calo delle vendite verso i mercati extra Ue (-4,5%) mentre la flessione dell’export verso l’area Ue è di modesta entità (-0,1%). Se si tiene conto del trimestre, nel primo del 2023 l’export risulta stazionario, mentre diminuisce l’import rispetto al trimestre del 2022. Sono i dati diffusi nell’ultimo Report ISTAT su "Commercio con l'estero e prezzi all'import", pubblicato ieri.

Tra i settori che contribuiscono maggiormente all’aumento tendenziale dell’export si segnalano: macchinari e apparecchi n.c.a. (+20,0%), autoveicoli (+27,4%), ma anche i prodotti alimentari, bevande e tabacco (+10,8%).

Su base annua, i paesi che forniscono i contributi maggiori all’incremento dell’export nazionale sono: Stati Uniti (+9,3%), Cina (+26,3%), Francia (+6,0%) e Turchia (+25,4%). Le esportazioni verso Svizzera (-9,4%), Regno Unito (-6,6%) e Giappone (-9,8%) risultano in calo.

Il settore lattiero caseario

Per quanto riguarda nello specifico il settore lattiero caseario, l’export di formaggi a febbraio 2023 segna un +2,4% a volume a livello globale e un +6,2% a livello europeo, ed un +19,6% a valore a livello globale e +24,1% a livello EU. Rimane un discostamento rilevante data la continua spinta inflazionistica, che influenza il mondo agroalimentare e in particolare quello lattiero-caseario.

Le principali categorie casearie trainanti a febbraio 2023 a volume sono i formaggi freschi, i grattugiati e Grana e Parmigiano, mentre a valore tutte le categorie segnano variazioni di crescita a doppia cifra, tranne il Pecorino (8,5%).

Per quanto riguarda i Paesi, Germania (10,8%), Stati Uniti (8,8%) e Cina (21,4%) trainano la crescita a volume, mentre si ha una brusca battuta di arresto per UK (-10,0%). A valore tutti i Paesi segnano valori di crescita.

Considerando invece i primi due mesi del 2023, si ha una crescita del 4,2% dell’export dei formaggi a volume a livello globale, spinti da una crescita del 7,6% in UE che bilancia la battuta di arresto nell’ordine di un -3,0% verso i Paesi extra-UE principalmente derivanti da un -38% in Canada, -23% in Corea del Sud e -5,5% in Giappone. In Europa, invece. l’unica battuta di arresto viene registrata in Belgio con - 3,4%. A valore, invece, si ha un +23,4% a livello globale, con un +28% in UE e un + 15% extra UE. Unici segnali di variazioni negative per Canada e Corea del Sud (-27,6% e -13,2% rispettivamente).

In Europa il principale Paese di destinazione di esportazioni casearie italiane, nei primi due mesi del 2023. è la Francia che registra un +7,4% a volume trainato da formaggi freschi, grattugiati e Provolone, mentre a valore registra un +27%, con tutte le categorie dei formaggi con variazioni a doppia cifra, tranne Asiago e simili che registrano un -24,2%.

In America, gli Stati Uniti registrano un +2,9% a volume e un +17,6% a valore, trainati da mozzarella (+40,5% a volume; +55,4% a valore), Grana e Parmigiano (+19,1% a volume; +22,7% a valore) e Asiago e simili (+55,1% a volume; +87,9% a valore).

In Asia, invece, la Cina registra l’unica variazione positiva (+1,9%) a volume e a valore (+22,9%), trainata principalmente da mozzarella (+87,2% a volume; +184,8% a valore), Grana e Parmigiano (+64% a volume; +70,8% a valore) e Provolone (+869% a volume; +1634 a valore). Il Giappone, prima destinazione in questi due mesi del 2023, segnala una decrescita del -5,5% a volume, ma un +12,5% a valore derivanti da variazioni negative a volume per grattugiati, formaggi freschi, Grana/Parmigiano e Pecorino, nonostante gli ottimi risultati di Provolone e Asiago (+127% e + 584% rispettivamente).

In allegato i dati sull'export dei formaggi italiani

 

 

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