La produzione agricola in Europa continua a risentire delle conseguenze della guerra russa in Ucraina (aumento dei prezzi dell'energia, aumento dei costi di produzione, inflazione, ecc.). A ciò si aggiunge che oltre all'instabilità geopolitica, l'UE ha appena registrato una delle estati più calde della storia, con effetti inevitabili sui raccolti estivi, come il mais, la soia e il girasole. Le condizioni meteorologiche sono state difficili anche per gli animali allevati che hanno sofferto di stress da caldo e di mangimi ridotti. Nonostante le ovvie condizioni difficili, il settore agricolo dell'UE rimane forte e non è a rischio la sicurezza alimentare in UE. Ma, questa situazione geopolitica comporterà una notevole incertezza in relazione alle prospettive. Sono questi i principali risultati del "Short term outlook" per i mercati agricoli europei appena pubblicato dalla Commissione europea.
Le prospettive settoriali
La produzione cerealicola totale dell'UE si stima che raggiungerà i 270,9 milioni di tonnellate, il che rappresenta il 7,8% in meno rispetto allo scorso anno. Il calo più netto riguarda il mais con 55,5 milioni di tonnellate, una diminuzione del 23,7% su base annua (in gran parte dovuto alla siccità estiva). Il commercio di cereali continua invecead aumentare con le esportazioni di grano tenero dell'UE che dovrebbero raggiungere i 36 milioni di tonnellate, con un aumento del 23% su base annua. Grazie alle maggiori rese attese per le colture proteiche, si stima che la produzione dell'UE cresca dell'1,4% e raggiunga i 4,32 milioni. Per quanto riguarda i semi oleosi, la superficie coltivata nell'UE ha raggiunto il massimo storico nella campagna di commercializzazione 2022/23 di 12,2 milioni di ettari, con un aumento del 14,6% su base annua. I fattori trainanti di questo sviluppo sono stati l'impennata dei prezzi dei semi oleosi e in particolare degli oli vegetali e la deroga temporanea per consentire la coltivazione di alcune colture su terreni messi a riposo. Questa significativa espansione ha portato a un aumento del raccolto del 7,5%, attenuando così l'impatto della siccità sui raccolti.
Per quanto riguarda il settore zootecnico, il clima caldo e secco di questa estate non solo ha causato stress da caldo per gli animali, ma ha anche portato a una minore disponibilità e qualità dei foraggi. Per far fronte a ciò, gli agricoltori hanno adattato la disponibilità di mangime utilizzando quello che doveva essere immagazzinato per i mesi invernali o riducendo in molti casi le dimensioni della loro mandria. Di conseguenza, la raccolta annuale di latte dell'UE ha registrato un calo dello 0,5% nel periodo gen-luglio 2022 su base annua. L'inizio del 2023 potrebbe essere ancora difficile per gli allevatori di vacche da latte, dovendo affrontare costi di input più elevati e una minore disponibilità di mangime oltre a dover fare i conti con una domanda dei consumatori potenzialmente inferiore a causa dell'inflazione alimentare.
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