Lactalis al primo posto e scalza Nestlè, che si ferma al secondo. In terza posizione la più grande cooperativa USA, Dairy Farmers of America (DFA). Nelle prime dieci posizioni, quattro cooperative
Rabobank ha pubblicato la sua Global Dairy Top 20, che stila la classifica annuale dei leader mondiali del settore lattiero caseario. Quest’anno in cima alla classifica c’è la francese Lactalis, che subentra a Nestlè, ora al secondo posto. L’attenzione di Lactalis alla crescita organica, così come la sua strategia globale di M&A (Mergers & Acquisitions), hanno portato il gruppo dal nono posto e da un fatturato di 4,8 miliardi di dollari USA nel 2000 ad una posizione dominante nel 2021, con un fatturato di 23 miliardi di dollari USA e con una crescita di più del 370% dall’inizio del secolo. In terza posizione la più grande cooperativa USA, Dairy Farmers of America (DFA), a seguire Danone: entrambe le aziende hanno riportato minori vendite nel 2020. E per entrambe è in corso un’evoluzione nel portfolio di prodotti.
Nei primi 10 posti, sono presenti quattro cooperative: la neozelandese Fonterra in sesta posizione, l'olandese FrieslandCampina (stabile rispetto allo scorso anno) è in settima posizione, subito dietro, all’ottavo posto, la cooperativa danese Arla Foods, che guadagna una posizione. Meno di 500 milioni di euro di fatturato separano FrieslandCampina e Arla Foods. Quest'ultima è stata l'unica cooperativa con sede nell'UE tra le prime 20 a registrare un fatturato in euro più elevato dell'1,1%, grazie alla sua forte posizione del marchio al dettaglio che ha ottenuto buoni risultati durante la pandemia. Al contrario, FrieslandCampina ha registrato una perdita dell'1,4% in euro (+ 0,3% in dollari USA), attribuita a sviluppi valutari sfavorevoli, tensioni geopolitiche e costi associati a una profonda ristrutturazione interna.
Il Rapporto evidenzia che il fatturato combinato della Global Dairy Top 20 è sceso solo dello 0,1% in termini di dollari USA, dopo il guadagno dell'1,8% dell'anno precedente. In termini di euro, il fatturato combinato è diminuito dell'1,9%. L'attività di fusione e acquisizione è rallentata nel 2020, con circa 80 accordi annunciati rispetto ai 105 dell'anno precedente. L'attività è ripresa nel 2021, con oltre 50 operazioni annunciate fino a metà anno. A causa della pandemia, nel 2020 le aziende lattiero-casearie hanno affrontato sfide significative. Tuttavia, nel complesso il settore è andato meglio del previsto, dimostrando la sua resilienza.La pandemia ha anche aumentato la consapevolezza dei consumatori sulle sfide ambientali. Questa maggiore attenzione è stata recepita da molte delle aziende incluse nella classifica, che hanno assunto impegni in materia di sostenibilità per il 2030 e impegni per la neutralità carbonica per il 2050. Allargando lo sguardo a tutta la classifica, il balzo più evidente risulta essere quello di Kraft Heinz, che dal 18esimo posto arriva al 15esimo.
Prospettive future
Rabobank prevede che il prossimo anno, l’attività di investimento rimarrà solida nei canali e nelle categorie di tendenza, tra cui formaggi speciali, ingredienti lattiero-caseari innovativi e alternative ai prodotti lattiero-caseari che vanno dalle piante e dai prodotti della fermentazione a quelle basate sulle colture cellulari. Inoltre, sono probabili acquisizioni in settori adiacenti, come la logistica e la gestione delle scorte. A livello di allevamento, l’aumento dei costi di produzione dovuto ai maggiori costi dell’alimentazione indotti dalla siccità e dalle pressioni inflazionistiche manterrà i margini stretti, limitando la crescita della produzione di latte nelle principali 7 regioni esportatrici a meno dell’1,2%. Di conseguenza, i mercati lattiero-caseari dovrebbero rimanere in equilibrio.
Guardando ancora più avanti, ai prossimi dieci anni, i cambiamenti demografici saranno lo stimolo per nuove opportunità per il settore lattiero caseario. Rabobank prevede che la Cina continuerà ad essere il più grande importatore di prodotti lattiero-caseari al mondo. Piuttosto che essere dominato dal mercato della nutrizione per l’infanzia, come negli ultimi due decenni, il settore lattiero-caseario cinese troverà una crescita nel segmento di mercato degli “Active Silvers” (ovvero le persone con più di 50 anni).
Rabobank prevede anche che entro il 2030 i consumatori avranno la possibilità di acquistare prodotto a base vegetale alternative ai prodotti lattiero-caseari a base di piante e colture cellulari a prezzi competitivi. Anche alla luce di questo scenario, dice il Report, è fondamentale che il settore lattiero-caseario faccia parte di una soluzione globale per la riduzione del carbonio che vada di pari passo con le richieste dei consumatori sensibili ai problemi legati al clima e allo stesso tempo impedisca ai produttori di alimenti e alla ristorazione di eliminare i latticini naturali dai loro prodotti e dai loro menù.
In allegato il Report
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