La filiera lattiero-casearia italiana nel 2019, dal mercato all’origine, ha registrato un recupero del +6,7%, ma nel 2020 la diffusione dell’emergenza Coronavirus ha accentuato segnali di cedimento già presenti: è la fotografia scattata dal Report Ismea sul settore lattiero-caseario, che fornisce una panoramica sulle tendenze del 2019 e del primo trimestre del 2020.
In Italia nel primo trimestre 2020 il settore ha visto in flessione sia i prezzi dei formaggi duri (-9%) sia del latte alla stalla (-5%), per quest’ultimo in particolare gli allevatori hanno ottenuto 37,6 euro/100 litri (3 euro/100 litri in meno rispetto allo stesso periodo del 2019). A questo calo ha contribuito anche la minore richiesta di latte da parte dei caseifici per mancanza di addetti, assenti per malattia, e per la chiusura del settore Horeca, generando così delle eccedenze che per esempio sulla borsa merci di Lodi hanno determinato un calo del prezzo del latte spot sotto i 30 euro/100kg nel mese di aprile. Il trend in negativo dei formaggi a denominazione, Grana Padano e Parmigiano Reggiano, a partire dall’autunno 2019 a causa dei dazi statunitensi, è proseguito nei primi quattro mesi del 2020, con una riduzione media dei prezzi per il Parmigiano Reggiano del 20% su base annua e per quelli del Grana Padano dell’11%; ciò è dovuto essenzialmente alla chiusura del canale Horeca su cui si realizza circa il 60% del valore dell’intera filiera nazionale ai prezzi finali. Colpiti da questa chiusura anche i prodotti freschi e le materie grasse (burro e creme).
Esportazioni e importazioni: nel 2019 le esportazioni di formaggi e latticini italiani hanno registrato valori molto positivi, con recuperi incoraggianti sui mercati cruciali di sbocco come Germania e Usa (rispettivamente +12% e +19% in volume); in particolare Grana Padano e Parmigiano Reggiano sono cresciuti in valore (+14,4%) e in quantità (+2,1%), i formaggi freschi +6,9% in valore e +6,8% in quantità, i formaggi grattugiati +17,3% in valore e +8,9% in quantità, e infine il Gorgonzola +3,8% in valore e in quantità. Risultati positivi anche nei mesi di gennaio e febbraio 2020, ma si teme un frenata in seguito al perdurare della chiusura della ristorazione all’estero, verso cui la maggior parte dei prodotti del made in Italy sono indirizzati. Per quanto riguarda le importazioni nel 2019 si è verificato un maggiore afflusso di latte in cisterna dall’estero, per la richiesta dell’industria di trasformazione, soprattutto dalla Germania, primo fornitore di materia prima per l’Italia, seguita dalla Francia, e in netto aumento anche le importazioni da Ungheria e Slovacchia; tendenza confermata anche nei primi due mesi del 2020. Nel 2019 in lieve aumento anche le importazioni di formaggi, in particolare quelli similgrana e i semiduri, invece per i freschi dati in calo, così come un calo negativo è registrato per le importazioni di yogurt (-3,8% in volume) e latte confezionato (-9% in volume).
Spesa per famiglia: la spesa delle famiglie italiane per latte e derivati è rimasta stabile nel corso del 2019, mentre nel primo trimestre 2020 in seguito all’emergenza del Covid-19 le vendite dei prodotti lattiero caseari sono risultate in netto aumento rispetto allo stesso trimestre del 2019 (+7%). Per i formaggi duri le vendite nel primo trimestre 2020 hanno avuto una crescita di oltre l’8%, così come quelle dei formaggi freschi (+7,9%) e di quelli industriali (+9,5%). Il dato da evidenziare è quello del latte UHT, che ha avuto un incremento importante, grazie alla sua shelf-life, che durante il lockdown lo ha fatto preferire al latte fresco per ridurre il numero di visite ai punti vendita.
Prospettive
In Italia la fiducia degli operatori del settore lattiero caseario è in calo e le attese per il secondo semestre 2020, sia per l’economia nazionale, sia per le produzioni e le vendite, sono pessimistiche. Misure emergenziali sono già in atto nel nostro paese, come il fondo indigenti per gli stock di latte uht e per i formaggi DOP, ma la ripresa della filiera dipenderà, secondo Ismea, dal rilancio dei consumi interni, della ristorazione e dei flussi turistici.
Per un approfondimento sulle tendenze del settore a livello mondiale, clicca qui