Economia e mercati

UnionCamere e Regione Lombardia, indagine su agricoltura lombarda

UnionCamere e Regione Lombardia, indagine su agricoltura lombarda

Unioncamere e il Pirellone, in collaborazione con le associazioni regionali dell’agricoltura, fra cui Confcooperative - FedAgriPesca Lombardia, hanno presentato i risultati dell’indagine congiunturale del secondo semestre 2019 per il settore agricolo lombardo

Nella seconda metà del 2019, per l’agricoltura lombarda ci sono state più luci che ombre, quindi si può parlare di un semestre globalmente positivo per il comparto. In particolare, per quanto riguarda il settore lattiero caseario, beneficia di una domanda internazionale ancora molto forte. Emerge dai risultati dell’indagine congiunturale del secondo semestre 2019 per il settore agricolo lombardo, presentato da Unioncamere Lombardia e il Pirellone, in collaborazione con le associazioni regionali, fra cui Confcooperative – FedAgripesca Lombardia.

Fra le luci, cresce il fatturato, grazie all’evoluzione positiva dei prezzi all’origine dei principali prodotti agricoli, mentre sul fronte dei costi si registra una frenata e questo sostiene la redditività delle imprese, premiando in particolare la zootecnia per gli effetti combinati della prosecuzione del periodo favorevole per i prezzi del latte, della ripresa delle quotazioni delle carni bovine e del “boom” del comparto suinicolo a causa della peste suina in Cina.
Le criticità riguardano invece le coltivazioni, penalizzate da eventi meteorologici estremi più frequenti: cereali - soprattutto mais - e vino risentono di quotazioni insoddisfacenti e di scarsi risultati produttivi. Le spese per le coltivazioni hanno continuato a salire, anche per effetto delle condizioni climatiche sfavorevoli. Il risultato complessivo è comunque un miglioramento delle valutazioni sulla redditività aziendale, che raggiunge il livello massimo registrato negli ultimi anni.

Dal lato della domanda, se da una parte i consumi interni rimangono deboli, si è rafforzato il forte traino dell’estero: le esportazioni agroalimentari lombarde hanno ripreso a correre nei primi nove mesi dell’anno (+6,2%), dopo il rallentamento del 2018, con risultato in doppia cifra per i prodotti lattiero-caseari. Ne hanno beneficiato le industrie alimentari, che nel 2019 non hanno registrato le difficoltà degli altri comparti manifatturieri.

Più in dettaglio, si sono evidenziate le seguenti dinamiche settoriali

  • Prosegue la fase positiva per il settore lattiero-caseario, che beneficia di una domanda internazionale ancora molto tonica; il calo registrato dal prezzo del Grana Padano Dop a fine anno insinua però qualche ombra sull’evoluzione futura del settore.
  • Le quotazioni delle carni suine raggiungono prezzi record grazie alla carenza di offerta generata dalla peste suina in Cina, determinando un’impennata della redditività degli allevamenti; non migliora però la situazione dei prosciutti marchiati.
  • Il comparto delle carni bovine beneficia di una ripresa dei prezzi, dopo il calo registrato nella prima parte dell’anno, accompagnata dalla riduzione dei costi di produzione, in particolare delle spese per i ristalli.
  • Il settore vitivinicolo, tradizionalmente caratterizzato da una redditività superiore alla media, risente del calo produttivo registrato dall’ultima vendemmia, il cui effetto sui prezzi non è stato sufficiente, per ora, a bilanciare la diminuzione delle quantità.
  • I cereali rimangono il settore in maggiore difficoltà, con criticità significative per il mais, penalizzato dai risultati deludenti della campagna di raccolta e da quotazioni su livelli molto bassi; prezzi insoddisfacenti si riscontrano anche per il frumento tenero, mentre la situazione appare più positiva per frumento duro e, soprattutto, riso.

Nel complesso, questi elementi portano a un consuntivo 2019 migliore per la Lombardia rispetto al dato nazionale, per il quale invece le prime stime di Istat ipotizzano un calo del valore aggiunto intorno al -2,1%. La specializzazione lombarda nella zootecnia ha svolto un ruolo rilevante nel raggiungere questo risultato, anche se la performance regionale è stata aiutata anche da fattori esogeni, come la peste suina in Cina, i cui effetti potrebbero esaurirsi senza aver apportato benefici strutturali.

Altri fattori esterni, come l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea e i possibili dazi statunitensi, rischiano di frenare la domanda internazionale di prodotti lombardi, in un contesto in cui i consumi interni persistono in una fase di debolezza. Questi rischi sono particolarmente evidenti in un settore chiave come quello lattiero-caseario, dove giungono i primi segnali negativi dal recente calo delle quotazioni dei formaggi grana. 

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