Innovazione

Boom dell’agrivoltaico in Italia

Boom dell’agrivoltaico in Italia

Al primo posto fra le tecnologie green, secondo l’Irex annual Report 2023

Il boom dell’agrivoltaico, che supera il solare classico, ma anche le quasi mille operazioni nelle rinnovabili nel 2022 (cifra raddoppiata rispetto al 2021), per circa 41 miliardi complessivi. Un raddoppio legato a una pluralità di fattori, fra cui la crisi geopolitica e le criticità sul fronte energia. È il quadro che emerge dall’Irex annual report 2023, frutto dell'omonimo think tank di Althesys guidato dal professor Alessandro Marangoni,

Come riporta un articolo uscito sul sole 24 ore, in merito all’agrivoltaico, che recupera terreno talvolta incolto o abbandonato per metterlo a coltura e produrre al contempo elettricità, gli operatori chiedono da tempo un quadro autorizzativo e regolatorio chiaro e abilitante, che preveda un’armonizzazione della normativa regionale rispetto a quella nazionale. Le prospettive di crescita sarebbero enormi se si pensa che nel 2022 – stando ai dati Irex – l’agrivoltaico è balzato al primo posto tra le tecnologie green con 15,8 GW di progetti e investimenti potenziali per 12 miliardi (41% del totale), seguito dal fotovoltaico (11,6 GW per 8,3 miliardi) ed eolico a terra (10,6 GW per 14,2 miliardi), rispettivamente pari al 35% e a oltre il 19% del mercato.

Anche l’eolico offshore ha subìto una forte accelerazione, con 63 progetti rilevati nel 2022 e oltre 50 GW di progetti totali, ma un solo impianto è entrato in funzione dopo un periodo di “gestazione” di 15 anni; gli accumuli invece sono arrivati a 1,4 GW, di cui buona parte pompaggi idroelettrici.

«La realtà – fa notare al proposito Marangoni – è che bisogna disegnare una road map articolata e più ampia possibile della transizione. Fare tante rinnovabili non basta: vanno realizzati gli accumuli e per gli impianti a ciclo combinato non è sufficiente il capacity market, vanno messi nelle condizioni di funzionare, tenendo conto anche delle disponibilità d’acqua e dello stato dell’idroelettrico».

Più in generale, sul fronte delle rinnovabili, lo studio registra un’impennata, ma nel calcolo tiene conto di tutti i progetti messi in agenda dagli operatori, a qualsiasi stadio di avanzamento essi siano.

«Dei 38,9 GW riferiti all’anno scorso – precisa al proposito Marangoni – sono stati messi a terra asset effettivamente poco più di 3 GW (quanto il ritmo richiesto dagli obiettivi europei sarebbe di 8-9) e quelli autorizzati sono solo un quarto del totale. Insomma, le varie semplificazioni hanno aiutato, ma non hanno dato una svolta, anche se nel caso dell’eolico ci sono progetti in pipeline molto consistenti che, essendo a uno stato embrionale, non abbiamo considerato».

Le priorità? «Sbloccare la questione delle aree idonee, definire il ruolo del Ministero della Cultura, fissare condizioni di mercato per le aste, vecchie e nuove, sulla nuova capacità e mettere a punto le cornici normative attese dal mercato, a partire dall’agrivoltaico».

 

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