Ue, motori accesi per il nuovo bilancio

Ue, motori accesi per il nuovo bilancio

Motori accesi al Consiglio Europeo per il nuovo bilancio Ue, il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027, predisposto per un’Unione europea a 27 membri, in vista appunto dell’uscita del Regno Unito. Sulla base di un documento della Presidenza finlandese del Consiglio, il Consiglio europeo dovrebbe procedere a uno scambio di opinioni su questioni chiave legate al prossimo Quadro finanziario pluriennale (la dotazione complessiva, le risorse da assegnare alle diverse politiche, le risorse proprie, le condizionalità e gli incentivi), spiega un articolo del Sole 24 Ore. E dovrebbe invitare la presidenza finlandese a presentare uno schema di negoziato completo di cifre prima del Consiglio europeo di dicembre 2019.

Pac, meno risorse per l’Italia
Per quanto riguarda la nuova Politica agricola comune, la proposta avanzata dalla Commissione a maggio 2018 prevede che l’Italia abbia una dotazione complessiva di circa 36,3 miliardi di euro a prezzi correnti (24,9 miliardi per i pagamenti diretti, circa 2,5 miliardi per le misure di mercato e circa 8,9 miliardi per lo sviluppo rurale) e di circa 32,3 miliardi di euro a prezzi costanti (oltre 22,1 miliardi per i pagamenti diretti, circa 2,2 miliardi per le misure di mercato e 7,9 miliardi per lo sviluppo rurale). Se la proposta dovesse andare in porto, significherebbe che l’Italia dovrebbe fare i conti con un taglio di circa 4,7 miliardi di euro rispetto agli oltre 41 miliardi previsti dalla Pac 2014-2020, di cui 27 miliardi per i pagamenti diretti, 4 miliardi per le misure di mercato e 10,5 miliardi per lo sviluppo rurale. Secondo la proposta della Commissione europea, l’Italia sarebbe il quarto Paese beneficiario dei fondi Pac 2021-2027, dopo Francia (62,3 miliardi a prezzi correnti; 55,3 miliardi a prezzi costanti), Spagna (43,7 miliardi; 38,9 miliardi) e Germania (40,9 miliardi; 36,4 miliardi).

Due fazioni
Al tavolo siedono due diverse fazioni, che hanno obiettivi diversi. Da una parte gli Stati (Austria, Danimarca, Paesi Bassi, Germania e Svezia) che premono per un bilancio sostenibile, che non superi l’1% del reddito nazionale lordo dei 27. Questi paesi chiedono un budget che finanzi le nuove priorità e i settori che possono sostenere di più la competitività europea. Risorse che, a loro avviso, dovrebbero scaturire anche dai tagli alle politiche tradizionali, come Pac e coesione. Dall’altra parte, un gruppo di cui fa parte anche l’Italia (con Estonia, Grecia, Francia, Lituania, Lettonia, Polonia, Portogallo, Slovacchia e Ungheria) che chiede non solo di finanziare in maniera adeguata le nuove priorità (migrazioni, difesa, sicurezza) e i settori fondamentali per la competitività dell’Ue (ricerca e innovazione, infrastrutture, spazio, digitale), ma anche le politiche tradizionali. Tra queste, appunto, la Pac.

Il pressing
La Commissione europea ha chiesto ai leader Ue di raggiungere un’intesa in Consiglio entro la fine di quest’anno - la prossima riunione del Consiglio europeo sarà il 12 e 13 dicembre -, così da avviare i nuovi programmi nei primi mesi del 2021. Se ciò non accadesse, e le distanze tra i 27 dovessero permanere, l’intesa potrebbe slittare al 2020, probabilmente nel secondo semestre, ovvero sotto la presidenza tedesca.

Milkcoop

via Torino, 146
00184 Roma
Tel. 06-84439391
Fax 06-84439370