Nutrizione

Barilla lancia il primo biscotto da agricoltura sostenibile

Barilla lancia il primo biscotto da agricoltura sostenibile

La sostenibilità ambientale è un tema sempre più al centro delle attenzioni da parte dei consumatori. Che anche nelle grandi catene di distribuzione cercano prodotti realizzati con processi che rispettano l’ambiente. L’agricoltura sostenibile ha un minore impatto sul pianeta, è in grado di rispondere meglio ai cambiamenti climatici e riesce a essere anche conveniente dal punto di vista della reddittività. Per questo è in aumento il numero di aziende agricole che si stanno muovendo in questa direzione. E sempre più spesso anche i grandi marchi nei loro processi produttivi si avvalgono di aziende che sostengono questi principi. Uno dei casi più recenti è quello di Barilla che è pronta a mettere sugli scaffali dei grandi supermercati un biscotto prodotto interamente con grano tenero da agricoltura sostenibile. È il primo del genere ed è stato sfornato il 4 aprile nello stabilimento di Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova, che è anche il più grande biscottificio d’Europa. Appartiene alla linea Buongrano del Mulino Bianco, lanciata già nel 2016, e nella sua nuova veste ecologista sarà nei supermercati tra una quindicina di giorni.

La sua sostenibilità è garantita dalla Carta del Mulino, un disciplinare di agricoltura firmato dai vertici della Barilla e già sottoscritto da 500 imprese agricole, con l’obiettivo di raggiungerne 5mila: entro il 2022 Barilla infatti vuole approvvigionarsi da grano tenero sostenibile per tutte le 240mila le tonnellate che acquista ogni anno, in modo da allargare l’impronta green a tutti i prodotti Mulino Bianco.

Dieci i punti previsti dalla Carta del Mulino, che è stata scritta con il supporto del Wwf, dell’Università di Bologna e di quella della Tuscia: si va dal divieto di utilizzo del glifosato e dei neocotinoidi - i pesticidi che uccidono le api - all’utilizzo di sementi certificate e non Ogm. Soprattutto, il nuovo disciplinare impone la rotazione delle colture, in modo da favorire la fertilità del suolo, e l’obbligo di riservare alla coltivazione dei fiori un’area pari al 3% della superficie destinata al grano tenero, per incentivare la biodiversità. Agli agricoltori che sottoscrivono la Carta, Barilla riconosce un premio economico che copre i costi necessari a realizzare i campi da fiori.  

«Di epoca in epoca le sfide che la nostra azienda ha dovuto abbracciare sono cambiate - ha dichiarato il vicepresidente del gruppo, Paolo Barilla - Siamo partiti affrontando il tema della qualità, che era il pallino di mio padre: ebbene oggi la qualità si è arricchita di contenuti diversi, come appunto quello della sostenibilità». Così, alla campagna grano duro made in Italy per la pasta - oggi Barilla ne acquista 500mila tonnellate all’anno grazie a contratti di filiera pluriennali - ora segue quella del grano tenero sostenibile per i biscotti.

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