Riformulare le etichette sui prodotti per dare maggiori informazioni ai consumatori e, contemporaneamente, lavorare per ridurre gli zuccheri, puntando a una dieta equilibrata: sono alcuni degli obiettivi che si è posto il settore industriale lattiero caseario, la German Dairy Industry (MIV), che sostiene la strategia nutrizionale del governo federale, come è puntualizzato dalla stessa associazione, nell’ultimo Rapporto Milch – Politik.
A dicembre è stata avviata in Germania la strategia nazionale di riduzione e innovazione per lo zucchero, i grassi e il sale nei prodotti, strategia che ha lo scopo di aiutare a promuovere uno stile di vita sano e ridurre il sovrappeso e l'obesità, specialmente tra gli adolescenti.
In accordo con il Ministero federale dell'alimentazione e dell'agricoltura (BMEL) e il Max Rubner Institute, il MIV ha pubblicato un contributo del settore lattiero caseario lo scorso dicembre, che include una parte relativa alla riduzione dello zucchero nello yogurt. Nel frattempo, il BMEL ha presentato un documento che prevede che i prodotti lattiero-caseari zuccherati per i bambini devono raggiungere una riduzione media del 15% del contenuto totale di zucchero entro il 2025.
Il MIV vuole fornire, tra l'altro, un modello per un'etichettatura alimentare comprensibile e comparabile per alimenti trasformati e confezionati, tenendo conto della situazione giuridica dell'Unione europea. Questa etichettatura sui prodotti, estesa e volontaria, ha lo scopo di facilitare le scelte per i consumatori, che sono stati coinvolti nella scelta dei modelli. La maggior parte degli approcci presentati dall'industria lattiero casearia tedesca valuta i vari alimenti come parte di una dieta altamente complessa basata su alcuni criteri.
Secondo il MIV, un'etichetta di imballaggio valutativa codificata per colore (in rosso l'ingrediente presente in percentuale maggiore, in verde quello minore) è e rimane un modello (troppo) semplice per valutare correttamente la varietà e la complessità del cibo. Più in generale, è ancora in dubbio se queste indicazioni spingano davvero i consumatori verso un’alimentazione più sana, per evitare l’obesità. Le prove per questo ancora mancano, sottolinea il rapporto MIV.