Scienza e industria agroalimentare uniti per tentare di risolvere il problema della presenza di spore di batteri termoresistenti nelle polveri di latte, che, dopo il processo di reidratazione e trattamento UHT, possono causare il deterioramento dei prodotti finiti.
Gli scienziati di Nizo, uno dei più importanti centri di ricerca e sviluppo internazionali nel settore Food , in stretta collaborazione con Abbott, BioMérieux, FrieslandCampina, Nestlé e il Dairy Export Council statunitense, hanno sviluppato un metodo microbiologico innovativo, semplice e affidabile per identificare le spore batteriche termoresistenti che si trovano nelle polveri del latte.
Oggi esiste un numero molto elevato e diversificato di metodi che forniscono queste indicazioni (identificazione spore di batteri termoresistenti) e di conseguenza si hanno anche risultati diversi. Ciò determina inevitabilmente delle criticità lungo la filiera tra fornitori-produttori-clienti in relazione alla scelta del metodo di analisi o a contestazioni continue sui risultati ottenuti. Questo progetto di ricerca nasce proprio dalla necessità di sviluppare un metodo basato su procedure standard semplici che vengano riconosciute da tutti i player e applicate in modo universale. È poi stato confrontato il nuovo approccio sviluppato con il metodo ISO che viene largamente usato (ISO / TS27265, 2009) ed è stato riscontrato che l'applicazione del metodo del Consorzio fornisce una prevedibilità analoga sul deterioramento del latte ricostituito e trattato con UHT rispetto all’uso del metodo ISO. Inoltre fornisce una maggior semplicità nell’utilizzo.