Economia e mercati

ISTAT Prezzi al consumo: + 0,2% in un mese

ISTAT Prezzi al consumo: + 0,2% in un mese

Accelerazione dei prezzi dei beni alimentari (+0,3% rispetto al mese precedente), trainata dagli incrementi dei prezzi degli alimentari freschi

Un aumento dello 0,2% su base mensile e una diminuzione dello 0,3% su base annua: è la stima dell’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC) al lordo dei tabacchi, nel mese di ottobre, elaborata dall’Istat. Pur registrando per il sesto mese consecutivo un’inflazione negativa a causa per lo più dei prezzi dei beni energetici (-8,7%), la flessione dell’indice NIC si dimezza rispetto al mese precedente. Ciò è dovuto all’accelerazione dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (da +2,7% di settembre a +3,5%) e alla minore ampiezza della diminuzione, che rimane sostenuta, di quelli degli energetici regolamentati (da -13,6% a -7,2%). Accentuano invece la flessione i prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da -8,2% a -9,4%).

Anche a ottobre quindi l’inflazione al netto delle componenti più volatili, tra le quali quella degli energetici – caratterizzati dalla persistenza di tendenze negative dei prezzi – pur accelerando, rimane modesta. D’altra parte, la crescita dei prezzi del cosiddetto carrello della spesa si conferma vivace, trainata dagli incrementi dei prezzi degli alimentari freschi.

Nell’ambito dei beni, si segnala infatti un’accelerazione dei prezzi dei beni alimentari (da +1,1% a +1,4%; +0,3% rispetto al mese precedente), dovuta agli alimentari non lavorati (che passano da +2,7% a +3,5%; +0,9% il congiunturale), a causa dell’inversione di tendenza dei prezzi dei vegetali freschi o refrigerati diversi dalle patate (da -0,5% a +5,3%; +5,2% sul mese); i prezzi della frutta fresca o refrigerata registrano una lieve decelerazione, pur confermando una crescita molto sostenuta (da +10,2% a +9,9%; +0,7% il congiunturale)

L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi e quella al netto dei soli beni energetici accelerano entrambe, rispettivamente da +0,1% a +0,2% e da +0,2% a +0,5%. L’aumento congiunturale dell’indice generale quindi è dovuto prevalentemente alla crescita dei beni energetici regolamentati (+10,5%) e, in misura minore, di quelli dei beni alimentari non lavorati (+0,9%), solo in parte compensata dal calo dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-1,1%). L’inflazione acquisita per il 2020 è pari a -0,2% per l’indice generale e a +0,5% per la componente di fondo.

L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta dello 0,6% su base mensile e diminuisce dello 0,6% su base annua (da -1,0% di settembre), confermando la stima preliminare. L’aumento congiunturale dell’IPCA, più marcato rispetto a quello del NIC, è spiegato dalla fine dei saldi estivi prolungatisi anche a settembre e di cui il NIC non tiene conto. 

L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra un aumento dello 0,1% su base mensile e una diminuzione dello 0,4% su base annua. 


In allegato il Report 


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