In crescita la produzione di latte soprattutto in Usa, mentre in Europa e Brasile si profila un'attenuazione delle consegne di latte ai caseifici
Un trend moderatamente positivo per la produzione mondiale di latte: lo mette in luce un Report di Rabobank che per l’anno in corso stima un aumento dell’1,1%, trend più lieve se confrontato con l’1,6% di crescita della produzione registrata negli ultimi 12 mesi. La stima è effettuata tenendo conto delle dinamiche previste nei sette maggiori paesi produttori.
Agrisole in un articolo riporta che secondo Ben Laine, esperto “dairy” di Rabobank, le importazioni cinesi, che costituiscono il maggiore propellente sui mercati mondiali, resteranno su livelli sostenuti per tutta la prima metà del 2021, mentre subiranno una graduale decelerazione a partire dall’estate, in previsione di un’espansione dell’offerta interna stimolata dai prezzi remunerativi. Sugli sviluppi del settore avranno un impatto positivo anche l’evoluzione dei consumi mondiali, previsti in moderata ripresa, e i trend macroeconomici, dopo la battuta d’arresto del 2020.
Lo scenario
Sul fronte dell’offerta, a spingere saranno soprattutto gli allevamenti di bovini da latte statunitensi, anche se i costi elevati dei mangimi e il protrarsi di uno scenario inflazionistico sulle materie prime alimentari potrebbero frenare la dinamica espansiva, per lo meno nella seconda metà dell’anno. Situazione diversa per Europa e Sud America (Argentina e Brasile) dove si profila un’attenuazione delle consegne di latte ai caseifici.
Pesano ancora le difficoltà legate alla logistica. Nelle previsioni non si esclude un profilo di sviluppo anche più lento per l’output mondiale di latte. Un fenomeno che potrebbe accentuare la volatilità dei prezzi della materia prima impiegata dall’industria casearia, con l’incognita del fattore Cina, dove eventuali politiche di destoccaggio delle polveri di latte accumulate nel 2020 e di consolidamento delle mandrie bovine agirebbero da freno (almeno a tendere) sulla domanda globale.
Unione Europea
Nell'articolo di Agrisole vengo anche resi noti i preconsuntivi dell'Eurostat, secondo i quali nell’Unione europea la produzione di latte ha fatto segnare nel 2020 una crescita annua dell’1,7%, trascinando al rialzo anche l’output di burro (+2,6% sul 2019), grazie al traino della domanda di Stati Uniti e Cina. In aumento anche le produzioni di polveri (+1,7% sia quelle scremate che intere) e di formaggi (+1,6%), in un contesto comunque di ulteriore diminuzione delle consistenze nelle stalle europee, ma di rese produttive migliori.
In Italia, i dati Agea sulle consegne di latte certificano un aumento, nell’intera annata 2020, del 4,4%, a 12,6 milioni di tonnellate, grazie soprattutto alla spinta degli allevamenti lombardi. Un risultato che conferma la forte accelerazione della dinamica produttiva rispetto al 2019, anno che aveva chiuso con una crescita di soli 3 decimi di punto.
Da rilevare che gli ultimi dodici mesi, nonostante i dazi americani, hanno lasciato in eredità un risultato positivo anche per l’export di formaggi e latticini made in Italy. In base ai dati dell’Istat le vendite sono cresciute a volume di circa il 2%, seppure a fronte di una flessione di 3 punti percentuali del corrispettivo economico.
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